Riceviamo e
pubblichiamo
Sono
passati oramai quasi 700 giorni da quando dovetti abbandonare la mia
abitazione.
Sono
uscito da quella che era la mia casa, quella che consideriamo solo quattro mura
ma che invece racchiude il nostro sé, i nostri ricordi, la nostra vita! Da
quella mattina non vi ho più messo piede se non per prendere alcune delle mie
cose personali e sembrerà una sciocchezza agli occhi di chi non c’è passato, ma
da quel 30 OTTOBRE non ho più dormito nella mia stanza.
Come
me molti altri miei concittadini sono in questi difficili condizioni, senza un’idea
di quando si potrà ritornare a vivere una normalità degna di questo nome.
Rispetto
a molti altri credo di potermi definire “fortunato” perché ho trovato riparo in
una città limitrofa, Pollenza, rispetto a chi per poter solo rivedere la
propria città devi fare almeno 40 km o più andata e 40 km o più al
ritorno per andare a dormire.
Oggi
che siamo vicini al secondo anniversario del sisma che ci ha devastato non solo
il territorio, sento di voler scrivere queste parole alla nostra
amministrazione.
Qualche
mese fa mi avete assegnato un appartamento presso il “capannone La Rancia” con la
promessa che al massimo per l’agosto 2019 sarei potuto entrare, non ero sicuro
ma ho provato a darvi fiducia, anche se sapevo che era quasi impossibile una
parte di me voleva ancora a crederci, non credevo che potesse essere possibile
speculare fino a questo punto su una tragedia così grande.
Nella sua
presentazione in pompa magna presso i locali del Politeama Piceno, il 1 marzo
scorso, il nostro primo cittadino dichiarava che avrebbe fatto di tutto per
consegnarli addirittura in anticipo questi appartamenti. Siamo alla fine di
settembre e dei lavori non vi è neanche l’ombra, non un accenno, non
un’indicazione di cantiere, nulla ripeto nulla che possa far sembrare anche
lontanamente che qualcosa si stia muovendo.
Quando durante l’assemblea del 16 giugno scorso chiesi
ai responsabili del Comune presenti quanto tempo sarebbero dovuti durare lavori
per trasformare quello che oggi è un capannone, nudo e mai completato, in degli
appartamenti mi venne detto che secondo il bando ancora in fase di scrittura i
lavori sarebbero durati 360 giorni, proroghe dovute escluse, quindi un anno.
Ora
conti alla mano se tutto andrà bene “festeggerò” anche il terzo anniversario
del sisma senza una sistemazione, a meno che non decida di comprarmi
una casa per conto mio.
Mi
rivolgo a lei Sindaco come emblema di questa intera giunta, mi dica quanto
ancora dovremo subire prima di vedere un po’ di normalità? Quanto ancora avete
intenzione di farci attendere? Tutto questo considerando che all’incirca la mia
posizione nella graduatoria da voi stilata mi vede 30esimo su 200, se io dovrò
attendere all’incirca tre anni quando dovranno mai attendere gli ultimi?
Faccio un appello al consiglio comunale intero, non
lasciate che scelte scriteriate ed inopportune come quelle della giunta rechino
ancora più danni ai nostri concittadini, voi in quanto rappresentanti avete la
possibilità di cambiare tutto questo.
Consiglieri il vostro ruolo come quello del Sindaco è
di “primus inter pares”, dovreste essere servitori dello stato quindi dei
cittadini, non essere assoggettati all’uomo forte che vi “comanda” a bacchetta.
Vi esorto ad uno slancio, ad un sussulto.
Spero
vivamente di essere smentito, ma ho la necessità ed il dovere di scrivere
questa lettera, cosicché venga fuori questo problema e magari qualcuno inizi a
lavorare per risolverlo.
Saluti
Federico
Pieroni