Una ce ne era andata bene, e manco lì si può stare
tranquilli. Adesso ci vogliono togliere pure Miss Italia per una storia di foto
più o meno sexy, più o meno rubate, più o meno opportune per far parlare di una
manifestazione che, in realtà, non si sta filando più nessuno. E allora tutte
le Marche in attesa, frementi, preoccupate per sapere se la coroncina di latta
e la fascia resteranno in quel di Montegiorgio o voleranno a Napoli. Non si può
campare così.
A proposito di fasce: Ceriscioli, tra un taglio del nastro e
l’altro, viene fulminato, ma non da una saetta come tanti cattivoni si
augurerebbero, bensì da un’illuminazione: c’è stato il terremoto e se ne sono
scordati tutti. Ma, se gli altri si sono scordati, lui non se ne è accorto
proprio, e veleggia tranquillo tra fondi per le ciclabili e soldi regalati agli
amici amministratori per opere pubbliche destinate solo a fare campagna
elettorale. In mezzo a tutto questo gli appare San Terenzio che gli dici:
Luchino, al Governo non frega niente dei terremotati. E lui se la prende con
quello attuale, di governo, perché quando c’erano i suoi amici a governare,
quelli che per due anni hanno fatto in modo e maniera che tutto restasse fermo
e che la gente se ne andasse lontana dalle montagne, lui dormiva beato. Almeno
credo.
Intanto a Fermo si affilano le armi per la campagna
elettorale della Provincia. Saranno elezioni cruente, con sfide all’ultimo
sangue tra quelli che governano ora e quelli che governano ora. E sì, perché i
cittadini non possono votare e, siccome si vota due volte durante la stessa
consiliatura dei Comuni, e quindi a votare sono sempre gli stessi, sarà
difficile pensare a grandi stravolgimenti. Del resto, per amministrare un ente
territoriale che gestisce quattromila e cinquecento lire e le spende pure male,
non servono luminari, possiamo tenerci pure quelli di adesso.
All’Hotel House di Porto Recanati arriva lo spazzino
volontario. È un pensionato per invalidità che è andato a vivere nel palazzone
multietnico e multicriminale, va a capire perché, con tanto posto al mondo, e
ha deciso di impiegare il suo tempo a scopare per terra sul piazzale e lungo le
scale. E la cosa pare essere, almeno a quanto si legge dai giornali,
estremamente risolutiva dei tanti problemi di delinquenza, degrado e
pericolosità sociale che affliggono quel blocco di cemento e droga di fronte
all’Adriatico. Ma ora, con lo spazzino volontario, tutto sarà molto meno zozzo.
Altro che le ruspe di Salvini.
Nel frattempo la crisi morde il calzaturiero, come tutti gli
anni dopo il Micam, e ogni anno sempre peggio. Tutti a far finta di trovare
soluzioni, politici, economisti e giornalisti d’assalto, almeno per un’altra
settimana. Poi la crisi passerà, parleremo d’altro, e gli operai a spasso se ne
faranno una ragione.
E se a Genova si parla di ricostruire il ponte di
Ferragosto, quello che è crollato, intendo, ma dopo un mese e mezzo, a parte le
chiacchiere e gli schizzi di Renzo Piano, altro non s’è visto, nelle Marche
pare servano 90 milioni per mettere a posto i nostri, di ponti, perché crollano
pure quelli, vedi Rubbianello. Ma Ceriscioli, il fulminato, deve fare le
ciclabili. E guai a chi tossisce.
Luca Craia