Una cantonata dietro l’altra. La sinistra italiana, non
fosse pericolosa e minacciosa coi suoi continui riferimenti a un giustizialismo
che non le dovrebbe appartenere, a un paventato uso della violenza contro l’avversario
che sembra più fascista del fascismo, sarebbe comica. Comica perché non ne
azzecca una e trova sempre un nuovo sistema per rendersi ridicola. Vedi il caso
di Mimmo Lucano, Sindaco di Riace che in questi giorni finisce sotto accusa, un’accusa
giudiziaria, si badi bene, non una delle tante scaramucce politiche condotte
dai giornali di parte.
Peccato veniale, peccato mortale, tutto può essere. Fatto
sta che il Sindaco di Riace, città simbolo della visione sinistroide dell’integrazione
razziale, è accusato di avere infranto la legge, e in uno Stato di diritto
nessuno può infrangere la legge. Ora ci sarà un processo penale e la
Magistratura, uno dei tre poteri dello Stato di diritto, deciderà se Lucano è
colpevole o innocente.
Per la sinistra italiana e per tutti i suoi servi che
scrivono sui giornali, Lucano è innocente, possiamo anche risparmiarci il
processo. Contemporaneamente, però, Salvini va processato e in maniera severa,
sempre perché accusato di avere infranto una legge dello Stato. E l’accusa
arriva sempre dalla Magistratura, dal Terzo Potere dello Stato.
Quella di Lucano è un’azione di disobbedienza civile, dice La
Repubblica. Potremmo dire che anche quella di Salvini potrebbe esserlo stato,
oppure potrei smettere di pagare le tasse e avere la sinistra schierata al mio
fianco, perché quella sarebbe un’azione di disobbedienza civile. Insomma, un
concetto piuttosto vago, vagheggiante, pericoloso. Perché giustificare la violazione
della legge con la disobbedienza civile è facile, il difficile, invece, è
ammettere di avere sbagliato.
E la sinistra sta sbagliando, perseverando nell’errore, in
un’inarrestabile anelito ad autodistruggersi che ha del soprannaturale.
Manifestazioni autoridicolizzanti, dichiarazioni sbigottenti, posizioni
lontanissime dalla realtà. Sembrano marziani che cercano di capire come
funzionano le cose sulla terra, sembrano neofiti della politica, imbranati
molto più di quello che potrebbero essere i Grillini che, in effetti, neofiti
lo sono davvero, almeno loro.
Ma c’è un altro punto: la legalità va difesa sempre e
comunque, se si vuole essere forza di governo. Altrimenti si dà l’idea, forse nemmeno
tanto balsana, che le leggi valgano per tutti tranne per chi le fa. E questo
non va bene per niente.
Luca Craia
Foto: La Voce del Popolo