Dice: abbiamo consegnato qualche migliaio di casette,
qualcuna che gli casca giù il soffitto ci può anche scappare. E no che non ci
può scappare. Non ci può scappare perché nelle case normali normalmente non
casca giù il soffitto, non si staccano i pensili da soli, non si viene mangiati
vivi dalla muffa e dall’umidità a poche settimane dalla consegna, non si tappano
le fogne, non ci sono fili scoperti. La prima regola dell’amministratore
pubblico è di agire con la diligenza del buon padre di famiglia. A un padre di
famiglia che agisca come gli amministratori pubblici che hanno gestito e stanno
gestendo l’emergenza terremoto gli toglierebbero i figli.
È che il terremoto, come tutto in Italia, non è altro che
una grande opportunità. Abbiamo parlato ripetutamente dell’accelerazione che ha
dato alla strategia della desertificazione, che era in atto comunque ma che il
sisma ha agevolato e spinto inaspettatamente. Ma le grandi catastrofi, in
Italia, diventano sempre un’occasione di profitto: ricordiamo le telefonate de
L’Aquila con manager e amministratori che si fregavano le mani. Con l’ultimo
terremoto sembra siano stati tutti più cauti, ma non per questo l’occasione non
è stata d’oro.
Lo vediamo ovunque, ma soprattutto lo vediamo con le SAE:
costruite male, al gran risparmio, eppure i loro costi sono elevatissimi.
Ragnatele di subappalti, lavoratori a nero come se piovesse, e la qualità se ne
va a farsi benedire, oltre, naturalmente, alla legalità e ai diritti sacrosanti
dei lavoratori. E il solito sistema all’italiana, quello per cui, poi, i ponti
cascano portandosi dietro automobile, camion e soprattutto persone, quello per
cui le gallerie non hanno sufficiente cemento per reggere e lo scopriamo solo perché
un operaio ha avuto un giramento di scatole e ha vuotato il sacco, quello per
cui ti casca in testa il soffitto della tua SAE bella bella, consegnata pochi
mesi fa.
E la cosa incredibile è che quell’amministratore, che
dovrebbe agire con la suddetta diligenza, tace, non annuncia provvedimenti, non
chiede che si faccia chiarezza. Tace, acconsente, minimizza. E che sarà mai:
apriamo un ticket col costruttore e facciamo rimettere a posto. Nessun dubbio
che l’intero sistema sia marcio come le casette. E la diligenza, come sempre,
rimane la carrozza del far west.
Luca Craia