ELENA LEONARDI: HO CHIESTO ED OTTENUTO
CHE LE ASSOCIAZIONI DEGLI AGRICOLTORI FOSSERO RICEVUTI DALLA CONFERENZA DEI
CAPIGRUPPO
Comunicato integrale
La
giornata di protesta organizzata dalle associazioni degli agricoltori di fronte
a Palazzo Leopardi sulla situazione dei danni da fauna selvatica ha visto la
presenza del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia la quale è intervenuta
ascoltando le ragioni degli operatori del settore.
Nonostante
la Delibera di Giunta Regionale di inizio novembre, che ha affrontato
alcune problematiche sull’attività venatoria, anche a seguito dell’ordinanza
del Consiglio di Stato sulle aree Natura 2000, molti dei problemi a
carico del settore rurale permangono e sono molto pesanti. La riprova –
esordisce Elena Leonardi – è proprio la conferma della manifestazione di
protesta di questa mattina nella quale, tra l’altro, gli agricoltori chiedono
una efficace autodifesa del fondo agricolo e l’utilizzo dei chiusini o dei
recinti di cattura. Il problema, continua Leonardi, è grave poiché non riguarda
solo i cinghiali, che sono gli animali a fare più danni, ma anche storni,
piccioni e ungulati vari.
Non
posso che condividere le richieste degli agricoltori – prosegue Leonardi – come
ad esempio un efficace Piano Faunistico aggiornato e un Regolamento Unico
Regionale sul risarcimento danni con lo sblocco del pagamento degli incidenti
stradali.
La
Leonardi esprime soddisfazione per aver ottenuto segnale positivo alla sua
proposta di incontro urgente con la Conferenza Regionale dei Capigruppo che si
è svolta proprio nella sala Agricoltura della Giunta Regionale. Occorre -
afferma la Leonardi - lavorare con un approccio condiviso e non per
compartimenti stagni in settori che tra di loro sono in forte connessione come
quello dell'ambiente rurale, il mondo agricolo e quello venatorio.
Il
mondo agricolo va sostenuto – conclude Leonardi – non solo con incentivi e
sostegni finanziari ma anche permettendo agli imprenditori di vivere e lavorare
sereni al fine dell’ottenimento di raccolti che permettano la permanenza nelle
zone rurali della Regione, visto che sono il più importante presidio contro il
dissesto idrogeologico e contro lo spopolamento delle aree interne.