Ci sono alcune cose che si comprendono male, sulla questione
delle piste ciclabili che la Regione Marche ha deliberato di realizzare
spendendo 10 milioni di Euro di fondi europei destinati al sostegno e alla
ricostituzione del tessuto socio-economico colpito dal sisma.
La più macroscopica e vistosa è l’assenza di alcuni
assessori alla votazione delle delibere in questione. E non sono assessori di
poco conto. Risultano assenti, infatti, l’Assessore al Turismo, Moreno Pieroni,
Manuela Bora, assessore alle Attività Produttive, e il titolare del Bilancio.
Fabrizio Cesetti. Insomma, non hanno votato i tre assessorati direttamente
interessati dai provvedimenti. E la cosa, se mi permettete, pare piuttosto
strana.
Altra stranezza è il silenzio. Le delibere sono state votate
nella seduta della Giunta Regionale del 22 gennaio scorso e sono state rese
pubbliche da questa pagina soltanto il 26 gennaio, e non perché qualcuno ci ha
informato ma semplicemente perché sono andato a controllare, come faccio ogni
tanto, sull’albo pretorio regionale. E anche questo è strano, perché la Regione
Marche e il Presidente Ceriscioli sono soliti pubblicare comunicati stampa
anche per farci sapere che si sono allacciati le scarpe, ma di questa faccenda,
tutt’altro che secondaria, che riguarda una spesa ingente e che, almeno dalle
reazioni, sembra essere una scelta strategica considerata importantissima dall’Amministrazione
Regionale, hanno pensato bene di non far sapere nulla.
Per quanto riguarda le reazioni, invece, nulla di strano e
nulla di nuovo. Si va dalla consueta e un po’ arrogante arrampicata sugli
specchi della Casini all’ormai scontata minaccia di vie legali, contro chi ha osato informare la gente, da parte di
Sciapichetti. Nessuno però che si degni, con calma e spirito costruttivo, di
spiegare ai cittadini il perché di una scelta politica come questa. Perché un
motivo politico ci deve essere. O no?
Luca Craia