C’è molta preoccupazione a Torre San Patrizio per il
previsto ampliamento della discarica di San Pietro, un ampliamento che aumenterà
la capacità di ricevere rifiuti di cinque volte rispetto a quella attuale. La
preoccupazione nasce soprattutto dal fatto che bel in 79% dei rifiuti trattati risulta
essere classificato come “rifiuti speciali”, ovviamente ben più pericolosi dei
normali rifiuti urbani. Sono 11475 tonnellate di rifiuti che vanno ad
aggiungersi a un contesto in cui grava anche una centrale a biomasse alimentata
con letame di maiale, il tutto a due passi dell’abitato di Torre San Patrizio,
ma anche di Montegranaro, Monte San Giusto e Monte Urano. Ma nessuno, da questi
comuni, sembra essersi accorto del problema.
Problema anche relativo alla quantità di rifiuti pro-capite
per abitante, la più alta tra tutte le discariche del territorio piceno. Sono
255 metri cubi per ogni Torrese, i rifiuti che si accumuleranno a San Pietro, l’equivalente
di un appartamento di circa 95 metri quadri pieno stipato di immondizia. Tutto
questo è gestito da una società privata, l’Ecoelpidiense, che è anche
responsabile dei controlli. Non sa sottovalutare, ci teniamo a ricordarlo, anche
il fatto che, a poco più di un chilometro, sorgerà il nuovo ospedale di Fermo. Un’ubicazione
forse non proprio salubre per un nosocomio.
Preoccupazioni che si sommano, per la salute e per l’economia
della zona, già provata dalla discarica esistente prima ancora del previsto
ampiamento. Del resto i miasmi provenienti da discarica e porcilaia sono ben
percettibili da chiunque transiti per la strada provinciale Mezzina. Ma sono
preoccupazioni non condivise da alcun amministratore, né di Torre San Patrizio né
dei centri limitrofi.
Luca Craia