È Repubblica a dare la notizia, una notizia che in realtà
era intuibile ma che, messa nero su bianco, aggiunge un’altra riga pesante alla
lunga lista dei disastri compiuti durante l’emergenza terremoto. L’Autorità
Anticorruzione, che indagava sugli appalti delle cosiddette Soluzioni Abitative
di Emergenza, ossia le famigerate SAE, è arrivata a fine indagine e ha scoperto
che, per la costruzione delle casette, molte delle ditte che hanno lavorato in
subappalto non erano in regola con il fisco. Inoltre, l’Autorità diretta da
Raffaele Cantone ha sollevato dubbi anche sui certificati antimafia, puntando
il dito in maniera netta e decisa contro le Regioni Marche e Lazio, ree,
secondo Cantone e il suo ufficio, di non aver controllato a dovere come era
loro preciso compito.
Dal canto suo la Regione Marche si è giustificata dicendo
che le richieste di subappalto erano davvero troppe, circa 1300 per 2000 unità
abitative da montare il 29 comuni. Una giustificazione che, però, non convince,
anche perché, valesse questo principio, sarebbe troppo facile lavorare nella
piena illegalità. In ogni caso tutti gli atti sono stati inviati dall’Autorità
alla Procura della Repubblica di Ancona e a quella di Rieti.
Casette sbagliate fin dal progetto, costruite e montate
male, molte delle quali stanno già cadendo a pezzi aggiungendo disagi ai disagi
che devono subire i terremotati. Non c’è nulla di sorprendente nell’apprendere
che, oltretutto, ci sono state irregolarità piuttosto gravi anche da un punto
di vista amministrativo. È solo un’ulteriore conferma di quanto tutta la cosa
sia state gestita male, con approssimazione, scarsa competenza e con
responsabilità politiche che sembrano sempre più pesanti.
Luca Craia