Dico la verità: ho simpatia per Denis Ranalli e lui lo sa, e
per questo mi rattristo della sua paventata intenzione di presentare una lista
autonoma di Forza Italia alle prossime elezioni amministrative montegranaresi.
Mi rattristo perché ha tutta l’aria di un suicidio politico, per di più senza
una ragione apparente. Forse l’idea è quella di creare un’azione di disturbo
nei confronti della lista antagonista a quella dell’attuale maggioranza, come
del resto era evidente obiettivo della compagine con a capo Gianni Basso nelle
precedenti elezioni.
Solo che stavolta pare sia Ranalli a essere in prima fila,
con un Basso-Quello-Basso in posizione defilata se non del tutto assente. E se cinque
anni fa il carisma del Sindaco Sempiterno ancora un po’ funzionava, tanto da
garantirgli un seggio in Consiglio Comunale, oggi sembra sciamato, perso in
cinque anni di opposizione opaca, a tratti equivoca, mai incisiva. E, posto che
Basso possa ancora richiamare qualche decina di voti dei fedelissimi, Ranalli
non sembra proprio avere quell’appeal che servirebbe a piazzare almeno una
pedina nell’assise cittadina.
Certo, c’è da vedere con chi intenda realizzare questa
lista, ma se i personaggi sono quelli di cinque anni fa, come è facile
supporre, ossia il gruppo dei “transfughi” di Gismondi, quelli che fecero cadere
la precedente amministrazione per motivi mai spiegati, la vedo davvero dura. La
mossa dei Bassiani condannò Montegranaro a un fine mandato col commissario, a
un anno di ristrettezze anziché i consueti fasti del pre-campagna elettorale
cui siamo spettatori anche oggi, e regalò ai Montegranaresi un quinquennio di
amministrazione Mancini che, se volete, non è tanto perdonabile, almeno da
parte dell’elettorato di riferimento di Forza Italia. Una lista, quindi, che
non sembra destinata a un grande exploit, e che probabilmente non riuscirà neanche
a piazzare un consigliere. Ma forse è l’unico modo per tentare di mettere un
forzista in consiglio, visto che un’alleanza con la compagine che racchiude
molti rappresentanti della coalizione “tradita” pare davvero impensabile.
Rimane il fatto che sia un suicidio politico quasi certamente, un suicidio che
potrà creare qualche disturbo alla coalizione sfidante. Ma non credo più di
tanto.
Luca Craia