A me la storia del Sindaco denunciato perché era
andato a dormire nella sua casa lesionata fa un’enorme tristezza. Non per la
storia in sé piuttosto triste, una storia che ci parla di un uomo che vive in
un container dopo il terremoto e subisce talmente il freddo da preferire il
rischio del risiedere, seppur temporaneamente, in una casa inagibile. E non è
triste nemmeno per il fatto che quest’uomo avrebbe trasgredito un’ordinanza che
egli stesso ha emesso, violando la legge e dovendo scegliere tra il farlo o subire il freddo di un container. Per carità, tutto questo è molto più che triste, ma c’è un elemento ancora più
cupo, brutto, un elemento che dà a questa storia una connotazione disperante:
la cattiveria.
Sì, perché quest’uomo è stato denunciato per aver
violato la legge andando a dormire a casa sua piuttosto che in un container
congelato, è stato denunciato da qualcuno che, evidentemente, lo voleva colpire
e voleva fargli male. Ecco l’elemento davvero brutto di tutta la vicenda, un
elemento di disumanità a cui ci stiamo abituando, in un mondo di uomini lupo
pronti a sbranarsi per un brandello di carne o la carogna di un animale.
Questo Sindaco si dice certo che si tratti di una
denuncia strumentale, politica. Non ho difficoltà a crederlo. Oggi la politica
si fa con le carte bollate, con le minacce di querela, con le querele stesse,
intasando le aule dei tribunali anziché i consigli comunali, impegnando
avvocati anziché coltivare la dialettica democratica.
È così ovunque, lo vediamo a livello nazionale e lo
vediamo nei piccoli casi come questo, in un contesto come il terremoto dove sta
venendo fuori il peggio dell’umanità, la cattiveria più pura, la volontà di
prevaricazione più cieca e bieca, dove questa piccola triste storia si aggiunge
a una lunga serie di storie di cittadini mortificati, impauriti, omertosi per
tema di ritorsioni, di sindaci indagati per stupidaggini, di sindaci che
gettano la spugna e altri inferociti per salvaguardare quel residuo misero di
potere rimastogli. Sì, fa tristezza vedere degenerare l’arte di amministrare la
cosa pubblica, l’arte di occuparsi del bene comune, in queste meschine
ritorsioni. Ma è così che va, dobbiamo abituarci. E magari adeguarci.
Luca Craia