È stata approvata dal Consiglio Regionale delle Marche
una legge, recante la firma dei Consiglieri Zaffiri,
Traversini, Celani e Giancarli, che si
propone di tutelare il patrimonio storico regionale costituito dai tanti mulini
ad acqua presenti sul territorio. La legge impegna la Regione, nell’intento di valorizzarli,
a effettuare un censimento delle strutture esistenti, distinguendo quelli
funzionanti da quelli inutilizzati in modo da poter incentivare da una parte l’utilizzo
degli stessi per la molitura, e dall’altra per promuovere culturalmente quelli
più antichi.
I mulini sono una prerogativa storica importante delle
Marche, derivanti dalla stessa orografia regionale che vedi corsi d’acqua
perpendicolari al mare e distanziati più o meno equamente costituendo una serie
di difese naturali contro attacchi nemici che, nel contempo, producevano la
forza motrice per la produzione del bene primario costituito dal pane. Per
questo motivo esistono tutt’oggi le vestigia di imponenti fortificazioni
utilizzate per ospitare le macchine per la molitura. La fortificazione dei
mulini ad acqua testimonia l’importanza strategica di queste strutture che
erano giocoforza collocate al di fuori delle normali fortificazioni castellane
e, quindi, più vulnerabili.
Esistono mulini fortificati estremamente antichi, uno
dei quali, databile a prima dell’anno 1000, insiste sul territorio di Montegranaro,
nella zona del Chienti, e ne abbiamo più volte parlato su queste pagine perché purtroppo
versa in condizioni pietose e rischia seriamente di andare perduto se non si
interviene in maniera seria e urgente. Questa legge, quindi, arriva come una
grande opportunità per poter intervenire. Per questo è auspicabile che le forze
in competizione per le prossime elezioni si impegnino fin d’ora a inserire un
intervento per il Mulino del Torrione tra le priorità.
Luca
Craia