Sono
stati davvero entusiasti, i bambini delle quinte elementari di Montegranaro che
ieri hanno ricevuto la visita di Gioia Bartali, la nipote di Gino Bartali, il
grandissimo campione che ha scritto la storia del ciclismo italiano ma che ha anche
dettato pagine di grande umanità e coraggio. Gioia è una Montegranarese, ma
raramente ha l’occasione di raccontare nella sua città la storia di suo nonno e
di come, durante la Guerra Mondiale, salvò ottocento persone di origine ebraica
rischiando la vita. Gioia racconta spesso in televisione e in contesti
importanti questa bellissima favola vera con grande passione e amore per quel
nonno meraviglioso, e ieri lo ha fatto, su invito del corpo insegnante di
Montegranaro davanti a un pubblico di bambini interessatissimi.
Bartali
era noto per essere un uomo schietto, a tratti burbero, ed evidentemente non
amava parlare molto di sé nel personale, tanto meno vantarsi dei suoi atti di
coraggio e altruismo, visto che la storia del suo impegno durante la guerra è
venuta alla luce solo recentemente. Ginettaccio, tra il 1943 e il 1944, periodo
di guerra, con le competizioni ciclistiche sospese, percorreva quotidianamente i
185 chilometri che separano Assisi da Firenze con la sua bicicletta, per
trasportare, nascosti nei tubolari del mezzo, documenti falsi, preparati da una
stamperia clandestina, fino al Vescovo di Firenze che li utilizzava per mettere
in salvo gli Ebrei. Una grande fatica ma soprattutto un grande rischio perché,
se lo avessero scoperto, avrebbe rischiato la fucilazione.
Gioia
Bartali ha raccontato, con la semplicità che la contraddistingue, la storia di
questo grande campione di umanità prima ancora che dello sport ai giovanissimi
alunni, che hanno ascoltato con grandissimo interesse “in un silenzio surreale”,
come mi racconta una delle insegnanti che hanno promosso l’iniziativa. È importante
raccontare questo pezzo di storia d’Italia ai giovani, perché sia da monito per
gli uomini di domani ma anche perché, in un mondo sempre più incattivito fatto
da uomini soli davanti a uno schermo, esempi positivi, di coraggio e altruismo
reali, servono come l’acqua nel deserto.
Servirebbero
anche agli adulti, per questo è auspicabile che venga data anche ai grandi la
possibilità di ascoltare la storia di Gino Bartali ciclista eroico, magari
proprio a Montegranaro, approfittando della nostra concittadina che è sempre
disponibile e generosa.
Luca Craia