giovedì 21 febbraio 2019

Olocausto: Gioia Bartali racconta Gino Bartali agli alunni delle quinte elementari di Montegranaro.


Sono stati davvero entusiasti, i bambini delle quinte elementari di Montegranaro che ieri hanno ricevuto la visita di Gioia Bartali, la nipote di Gino Bartali, il grandissimo campione che ha scritto la storia del ciclismo italiano ma che ha anche dettato pagine di grande umanità e coraggio. Gioia è una Montegranarese, ma raramente ha l’occasione di raccontare nella sua città la storia di suo nonno e di come, durante la Guerra Mondiale, salvò ottocento persone di origine ebraica rischiando la vita. Gioia racconta spesso in televisione e in contesti importanti questa bellissima favola vera con grande passione e amore per quel nonno meraviglioso, e ieri lo ha fatto, su invito del corpo insegnante di Montegranaro davanti a un pubblico di bambini interessatissimi.
Bartali era noto per essere un uomo schietto, a tratti burbero, ed evidentemente non amava parlare molto di sé nel personale, tanto meno vantarsi dei suoi atti di coraggio e altruismo, visto che la storia del suo impegno durante la guerra è venuta alla luce solo recentemente. Ginettaccio, tra il 1943 e il 1944, periodo di guerra, con le competizioni ciclistiche sospese, percorreva quotidianamente i 185 chilometri che separano Assisi da Firenze con la sua bicicletta, per trasportare, nascosti nei tubolari del mezzo, documenti falsi, preparati da una stamperia clandestina, fino al Vescovo di Firenze che li utilizzava per mettere in salvo gli Ebrei. Una grande fatica ma soprattutto un grande rischio perché, se lo avessero scoperto, avrebbe rischiato la fucilazione.
Gioia Bartali ha raccontato, con la semplicità che la contraddistingue, la storia di questo grande campione di umanità prima ancora che dello sport ai giovanissimi alunni, che hanno ascoltato con grandissimo interesse “in un silenzio surreale”, come mi racconta una delle insegnanti che hanno promosso l’iniziativa. È importante raccontare questo pezzo di storia d’Italia ai giovani, perché sia da monito per gli uomini di domani ma anche perché, in un mondo sempre più incattivito fatto da uomini soli davanti a uno schermo, esempi positivi, di coraggio e altruismo reali, servono come l’acqua nel deserto.
Servirebbero anche agli adulti, per questo è auspicabile che venga data anche ai grandi la possibilità di ascoltare la storia di Gino Bartali ciclista eroico, magari proprio a Montegranaro, approfittando della nostra concittadina che è sempre disponibile e generosa.

Luca Craia