Io non voglio vedere malafede nelle parole di Moreno
Pieroni, assessore al turismo della Regione Marche, quando spiega di aver
dirottato i fondi per rilanciare turisticamente il cratere del terremoto a
Pesaro perché la gente prima va a Pesaro e poi a Camerino. Non voglio
immaginare l’ennesima arrampicata sugli specchi e voglio convincermi che lo
stridore d’unghie sul vetro sia solo un gatto fuori dalla finestra. Però,
facendo questo sforzo di fiducia nei confronti di chi amministra il turismo
regionale, mi tocca giocoforza credere che Pieroni non abbia idea di come
funzionino i flussi turistici, che non abbia mai fatto un’analisi di come si muovono
i turisti nelle Marche, che giri fanno, quali scelte effettuano per organizzare
le loro vacanze e le loro visite.
Perché, se Pieroni avesse un quadro della situazione, si
accorgerebbe che non esiste al mondo un turista che venga al mare a Pesaro e
vada a visitare Visso nel pomeriggio, o che faccia la mattinata a Urbino e il
pomeriggio ad Arquata del Tronto. Non esiste un turista che prenoti il
soggiorno a Marotta e vada a cena dall’Erborista di Castelsantangelo sul Nera.
Non so che dati abbia, l’assessore e se effettivamente abbia dati o se li abbia
guardati, perché dati reali non possono in alcun modo dire queste cose. E qui
sorge il dubbio, anzi due: l’assessore parla a braccio, va a memoria, agisce d’istinto
e, comunque, non conosce la geografia della sua regione. E questo è un bel problema.
Luca Craia