Un progetto da 300.000 Euro, ovviamente approvato alla
vigilia delle elezioni amministrative, con la speranza di vederlo ultimato in
tempo da poterlo inaugurare prima del voto in perfetto stile politico anni ’80 (peccato
il Ramazzotti è finito da un pezzo), per dare un minimo di dignità a uno spazio
molto frequentato dai Montegranaresi nonostante non sia per niente l’ottimo,
tutt’altro, ma è quello che offre la casa. Ora, con questo progetto di riqualificazione,
si cerca di dare alla città uno spazio frequentabile senza rischiare di finire
arrotati o di prendere il tetano.
Il progetto, così sulla carta, sembra carino:
semplice, senza troppi fronzoli, senza inserti di travertino (e questa è una
bella novità per l’Amministrazione Mancini), prevede di sistemare la scarpata
soprastante lo stadio comunale per crearci un giardino con un camminamento
piuttosto esteso e un’area gioco per bambini. 300.000 Euro non sembrano pochi
per un progetto tutto sommato modesto, ma ci siamo abituati.
Si prevede anche di ampliare e rendere finalmente
carrabile la stradina che passa di fianco allo scheletro del palasport per
immettersi sulla via Fermana. Peccato, però, che non si è pensato a renderne
sicuro lo sbocco: la strada si immette in mezzo all’incrocio tra via Fermana e
via Della Croce, ma ci arriva proprio in mezzo, costringendo ad attraversare
contemporaneamente entrambe le strade e mettendo in serio pericolo chiunque
compia la manovra o chi sopraggiunga nel frattempo. Ci voleva una rotatoria, ma
era troppo complicato mettersi d’accordo con la Provincia (ma non comandano
sempre loro?) e trovare i soldi necessari. Il problema, molto sentito specie
dai residenti, non viene quindi risolto.
Stessa sorte per il palasport potenziale, lo scheletro
di cemento armato che racchiude in sé un parco botanico spontaneo con rarissime
specie ed essenze arboree autoctone (ci sono erbacce che non riconoscerebbe
nemmeno Piero Angela). Nel progetto non se ne parla, nel disegno c’è un grosso
rettangolo bianco. Del resto, ancora nessuno si pronuncia su cosa ci si vuol
fare, con l’ecomostro nostrano. Qualcuno, compreso il padre politico Gianni Basso,
invoca la sua ultimazione per giocarci a basket finchè dura e poi Dio
provvederà; moltissimi cittadini si sono espressi su un nostro sondaggio per il
suo abbattimento. Fatto sta che sembrerebbe che ce lo dobbiamo tenere ancora un
po’. Magari fino alle elezioni successive.
Luca
Craia