Inutile che dica che questo è un punto di vista strettamente
personale. Questo è un blog, non un notiziario e, eccetto quando do spazio a
notizie e comunicati, riporta sempre il mio punto di vista personale. Però,
visto che, all’occorrenza, a quello che scrivo viene data la valenza più comoda
al momento, meglio precisare.
Il Movimento 5 Stelle ha un limite. Ne ha tanti, a dire il
vero, molti di origine politica, altri di origine organizzativa. Il limite a
cui mi riferisco, però, è un limite di natura umana, difficile da spalmare
generalizzando, specie su un gruppo di persone così eterogeneo socialmente e
culturalmente come può essere un movimento nato sulla base di una legittima
quanto auspicabile protesta. Eppure, pur facendo gli opportuni distinguo, la
caratteristica di cui mi voglio occupare è piuttosto diffusa nei cosiddetti
grillini.
È una caratteristica di cui ho avuto prova personale nel
momento in cui ho dichiarato pubblicamente, pensando di fare cosa onesta e
corretta, che alle ultime elezioni politiche avrei votato Lega. Chi mi conosce
sa che, se voto Lega, non sono automaticamente diventato leghista, né ero
comunista quando votai per Rifondazione, né ho mai ritenuto il PD il mio
partito pur avendo espresso il mio voto a favore, nel periodo pre-Renzi. E non
sono stato mai identificabile come “grillino”, anche se qualcuno mi ha
attaccato anche questa definizione, quando ho votato per più volte il Movimento
5 Stelle. Eppure, dopo le mie dichiarazioni di voto a favore della Lega, per
molti amici pentastellati sono diventato una specie di reietto: rapporti
raffreddati, battutine, sostanziale indifferenza deliberata. Per capirsi: amici
del Movimento di Tolentino mi mandano i loro comunicati stampa, quelli di
Montegranaro no.
È un atteggiamento non nuovo, e politicamente non molto
intelligente. È lo stesso atteggiamento che ha fatto insultare gli Abruzzesi
rei di non aver votato il Movimento 5 Stelle, idem per i Sardi. È un
atteggiamento che non analizza i motivi del non voto, non fa la ricerca dell’eventuale
errore per correggerlo, ma parte da una presunta superiorità intellettiva e
morale che mette tutti gli altri nella lista dei cattivi, dei cialtroni, dei
disonesti. Un atteggiamento che conosciamo bene, che è prerogativa della
sinistra italiana. E se la troviamo così forte anche nel Movimento 5 Stelle,
evidentemente un motivo c’è.
Luca Craia