La notizia (fonte Corriere Adriatico) è che Arcale, il consorzio
appaltatore della costruzione delle Sae, le famigerate casette che tanto stanno
facendo tribolare i terremotati nonostante siano costate in media più di un
buon appartamento, ha chiesto un risarcimento danni di 65 milioni di Euro alla
Regione Marche. Le motivazioni sarebbero diverse e passano tra la richiesta di
interessi per ritardati pagamenti alla restituzione di penali ritenute dal
consorzio illecite. In sostanza Arcale vorrebbe sgravarsi di quasi tutte le
accuse che le vengono rivolte rigirandole alla Regione Marche rea, secondo gli
ideatori delle Sae, di aver causato essa stessa tutti i rallentamenti e i
ritardi a cui abbiamo assistito nel corso di questi quasi tre anni.
È una bella lotta, quella che si sta aprendo in tribunale
tra i due attori principali di questa tragedia umana e amministrativa, e non
possiamo che rimanere in attesa di conoscere cosa decideranno i giudici su chi
sia il reale responsabile di questo scempio. Fatto sta che già la questione sta
costando cara alla collettività: pare infatti che, solo per le spese difensive,
la Regione dovrà sborsare 105.622 Euro (fonte Corriere Adriatico). E se
perdesse la clausola, sono 65.000.000, un sacco di zeri, soldi della
collettività, soldi nostri, anche di quei terremotati che si sono visti
rifilare casette fradice, con caldaie ghiacciate di serie e funghi come
optional. Quegli stessi terremotati che, alla fine dei conti, sono i veri
danneggiati ma che, al momento, non pare stia risarcendo nessuno.
Luca Craia