Il padre di famiglia, quel buon padre di famiglia a cui ogni
buon amministratore o governante dovrebbe ispirarsi quando prende decisioni che
riguardino la collettività, se ha il frigorifero rotto, prima di comprare il
televisore nuovo, lo fa riparare. Oppure non ne compra un nuovo frigorifero continuando
a mettere il cibo nel vecchio. Con gli impianti sportivi di Montegranaro la
situazione più o meno, è la stessa.
Stiamo costruendo, spendendo 700.000 di soldi pubblici, un
nuovo impianto sportivo, dicono a San Liborio, in realtà completamente fuori
dall’abitato. Può anche andare bene, se la priorità, come pare sia, è lo sport.
Ma potrebbe andare bene se gli altri impianti in essere siano in ordine, ben
tenuti, perfettamente funzionanti. Altrimenti la logica vorrebbe che prima si spandano
i soldi per aggiustare i vecchi e, successivamente e si abbiano ancora soldi,
ne facciamo di nuovi. Questo farebbe il buon padre di famiglia.
Invece il vecchio storico palazzetto di via Martiri D’Ungheria
non sta messo bene per niente: i pannelli delle curve sono fradici, aperti, si
vede la coibentazione. Ci sono crepe, vetri spaccati, ruggine dappertutto,
guano di piccione. All’interno è anche peggio: funzionano solo tre delle otto
docce e c’è muffa in abbondanza negli spogliatoi, sporcizia in abbondanza,
infiltrazioni d’acqua (forse sporca) nelle palestre ai piani inferiori. Tutto
questo in un impianto ancora molto utilizzato dalle varie società sportive e
dove disputa il proprio campionato la Sutor.
Non seguo più il basket da secoli, ma ho ricordi bellissimi
in quel posto, quando giocava la Sutor, quando i ragazzi di Montegranaro si
ritrovavano tutti lì, uniti, la domenica, per tifare la propria squadra, quando
vincemmo i play off con Porto Recanati per passare alla serie B, primo passo
verso altezze allora ancora inimmaginabili. Si è scritta la storia della
Montegranaro sportiva in quella struttura, e vederla in questo stato fa davvero
male al cuore. Ci si potrebbe rassegnare pensando che viviamo tempi difficili e
che ci sono pochi soldi da spendere per queste cose che sono, probabilmente,
secondarie rispetto ad altri problemi. Poi però pensiamo che andiamo a spendere
700.000 per la nuova tensostruttura, il che significa che, tutto sommato, i
soldi ci sono, solo che vengono spesi per comprare il televisore mentre il
frigorifero non funziona. E capiamo che, col frigorifero riparato, non si fa
campagna elettorale.
Luca Craia