Stiamo assistendo al massacro della sinistra italiana. Un
massacro perpetrato dalla mano tremolante della stessa sinistra, un suicidio tramite
autotortura che sembra non finire mai e che offre uno spettacolo di tristezza
infinita a chi, come me, crede nel pluralismo e nella necessità di confronto
tra idee differenti per ottenere la vera democrazia. Credo che la morte della
sinistra italiana avverrà per le evidenti contraddizioni politiche, per aver
perso completamente di vista la realtà, per aver dimenticato il proprio
elettorato per spostarsi verso una élite a cui i problemi reali degli Italiani
sono ignoti. Ma, soprattutto, la sinistra italiana morirà a causa della sua
profonda mancanza di rispetto verso la controparte politica e verso gli Italiani
stessi.
La bestemmia che campeggia su uno striscione di un corteo
femminista è l’emblema di questa mancanza di rispetto, un corteo che dovrebbe
avere come scopo proprio quello di chiedere rispetto per la donna diventa lo
scenario in cui muovere insulti a chi crede in Dio, a quegli Italiani che
vedono la propria religione come un valore, oltre che un’identificazione culturale.
Così come il cartello della Senatrice Cirinnà, che dileggia quelli che sono
valori fondamentali per tanti Italiani, come patria, Dio, famiglia, quegli
Italiani che vedono nei propri cari la ragione di vivere, che amano il proprio
Paese e lo chiamano Patria, quel sostantivo che sembra essere così ridicolo per
la Senatrice e quelli che ragionano come lei.
E ripenso a tanti altri episodi, all’insegnante
che insultava i poliziotti e ne chiedeva la morte, alla ragazza che invocava il
sesso da parte dei migranti, ai roghi dei fantocci. Sono tantissimi gli esempi
in cui a sinistra dimostra profondo disprezzo per l’avversario politico ma
anche per quegli Italiani che non si riconoscono o, forse, non si riconoscono
più in questa nuova sinistra, così diversa da quella che ricordiamo e che si occupava delle classi più deboli, non degli slanci pseudoumanitari dell'alta aristocrazia.
Luca Craia