C’è tanta voglia di elezioni a Montegranaro. Non solo perché
per molti è l’occasione per provare a cambiare timoniere in un paese che sta
vivendo un momento molto difficile; non solo perché il clima elettorale è
solitamente piuttosto frizzante e pieno di fatti divertenti; non solo perché per
qualcuno è il momento della verità, di vedere quanti voti pesa o non pesa,
quanti voti ha guadagnato e quanti ne ha persi; non solo perché, per qualche
altro, è il momento di mettersi in gioco e di spendersi per il proprio paese. C’è
voglia di elezioni perché Montegranaro ha decisamente bisogni di una robusta
rassettata e le elezioni, solitamente, fanno questo effetto.
È prassi consolidata delle varie amministrazioni comunali
lasciarsi interventi a effetto per gli ultimi mesi che precedono il voto:
ricordiamo gli scoppiettanti anni ’80 di Gianni Basso in cui, da gennaio a
maggio dell’ultimo anno di mandato, a Montegranaro era tutto un fiorire di
cantieri, tanto che diventava difficile girare. Ricordiamo anche gli anni ’90,
un po’ meno scoppiettanti, ma sempre con l’ultimo periodo pieno di interventi
prima procrastinati. Il ritorno di Basso negli anni 2000 segnò il ritorno ai
cantieri di cui sopra, leggermente ridimensionati per la crisi che già
cominciava a sentirsi. Poi venne Gismondi, e qui non sapremo mai cosa avesse in
serbo per noi nell’ultimo periodo perché, come ricordiamo, l’ultimo periodo lo
abbiamo vissuto mestamente e tristemente con le ristrettezze e i cilici
impostici dal commissario prefettizio regalatoci da quelli che oggi pensano di
ripresentarsi con la bandiera di Forza Italia.
Ora è la volta della Giunta Stranamore, la coalizione più
ibrida della storia di Montegranaro, dove per cinque anni hanno convissuto la sinistra
piddina e una strana destra manco tanto moderata, donando al paese qualche
centinaio di migliaio di Euro spesi un po’ qua e un po’ là, che dire a vanvera pare
brutto. Voi direte: ma questi sono diversi, hanno un’altra mentalità, vedrai
che non si sono lasciati i petardi per la fine. E invece eccoli qua che già
cominciano a smiccettare: recinzioni, buche tappate, prati rasati, giochi nei
giardini. Loro le chiamano simpaticamente “sorprese” (rispondendo a una
cittadina che chiedeva di riparare la recinzione dei giardini vicino a piazzale
Giordano Bruno, dimenticati da Dio e dagli uomini, più che altro dagli uomini,
per anni e anni, e garantendo immediati quanto stupefacenti interventi), ma a
noi sembrano il solito giochetto di fare le cose a favor di elezioni.
Va bene, se serve andare a votare per ottenere un minimo di
azione amministrativa concreta, ben venga. Ma, a questo punto, sarebbe molto
meglio votare una volta all’anno; così, invece delle centinaia di migliaia di
Euro buttati là nei mausolei di questo o quel politico, impossibili da
realizzare in così poco tempo, ci si concentrerebbe su cose un po’ più serie.
Luca Craia