Ho letto con un certo stupore e una certa ilarità l’articolo
odierno del Carlino in cui Demis Ranalli manda un messaggio che sembra un
dictat ai suoi ex alleati del gruppo che fa riferimento a Gismondi: mettiamoci
insieme o Forza Italia corre da sola. Non solo, ma Forza Italia vuole avere il
ruolo centrale, rivendica una sorta di leadership del centro-destra, chiedendo
di conseguenza l’esclusione di eventuali alleanze con forze di altre
provenienze, leggi, per essere chiari, Sinistra Italiana. E tutto questo sembra
una barzelletta, una barzelletta amara, che fa ridere un po’ a bocca torta, ma
sempre barzelletta rimane.
Fa ridere, perché Forza Italia, da sola, a Montegranaro non
è pesabile politicamente, non si può sapere quanti voti possa smuovere, ma si
può supporre che siano davvero pochi. Questa supposizione deriva dai dati
nazionali, che vedono il partito del Cavalier di Arcore in picchiata quasi
peggio del PD, ma anche dal fatto che, a livello locale, Forza Italia non è mai
esistita, con apparizioni evanescenti di circoli e tesserati di cui nessuno, nemmeno
il partito stesso, ha mai saputo dare un numero preciso. Non è, quindi, una
posizione da cui si possano dettare le regole di ingaggio per un’alleanza.
Alleanza, tra l’altro, che pare abbastanza difficile da
pensare, perché comunque si tratta di aggregare uomini, e gli uomini di Ranalli,
compreso lo stesso Ranalli, non hanno avuto un rapporto idilliaco con quelli di
Gismondi, tra ripicche, sgambetti, piccole e grandi cattiverie che sono
sfociate nella sfiducia che fece commissariare Montegranaro e poi nella proposizione
di una lista Basso alle scorse amministrative che ha sostanzialmente regalato
Montegranaro a Edi Mancini & Co su un piatto d’argento. Va bene che in
politica tutto è possibile, ma che Gastone Gismondi e Mauro Lucentini possano scurdasse
do passato, chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, la
vedo parecchio dura.
Però l’intento di fare una lista autonoma, sempre che ci
riescano, ricalca ancora la politica ammazza-Gismondi di cinque anni fa,
dividendo di nuovo l’elettorato di destra con un potenziale danno verso l’ex
Sindaco e il suo schieramento. Ma i tempi sono cambiati, gli scenari pure e,
soprattutto, non c’è più Basso. Io, fossi Ranalli, abbasserei i toni, ma tanto,
di almeno un paio di ottave. Ma anche lo facesse, credo che Gismondi molto
difficilmente possa imbarcare nel suo incrociatore elettorale il gruppo di Ranalli.
Magari provi col PD, potrebbe avere maggior fortuna e più affinità.
Luca Craia