Domandatevi sempre di che campa, il vostro eroe, perché se
campa delle sue gesta e degli introiti che ne derivano, magari tanto eroe non
è. Oppure magari non si sa esattamente di che campa, il che può essere anche
peggio. Ecco, una persona che di mestiere fa il ribelle, a me qualche sospetto
lo desta. Uno che organizza disordini quando c’è bisogno di disordini, magari
esegue istruzioni che vengono da altrove, il che non sembra un atteggiamento
proprio da ribelle. Uno che, tra una manifestazione e l’altra, magari nelle
quali ci scappa pure il morto e qualche milione di Euro di danni a commercianti
incolpevoli, si adatta a fare il consulente del ministro agli affari sociali,
uno che si candida ripetutamente a diverse elezioni, ancorché con scarso
successo, e che fa parte del direttivo di partiti che hanno persino governato,
non mi pare esattamente un ribelle. Uno che prende la partita IVA, si compra un
cadavere di nave e ci va a soccorrere i profughi, ovviamente ricompensato
monetariamente per questa sua opera, e se ne frega delle regole che vigono nel
suo Paese perché, magari, seguendole non potrebbe dar frutto alla sua impresa
economica, non è esattamente un ribelle. Uno che fa il ribelle seguendo l’onda
di una politica pseudo-umanitaria che è visibilmente di appoggio a interessi
politici sovrannaturali di ben altra natura, tutto è meno che un ribelle.
Fatevelo venire qualche dubbio, ogni tanto. Non fa male.
Luca Craia