IL
CONSIGLIO REGIONALE NELL'OTTOBRE 2017 HA APPROVATO ALL'UNANIMITA' LA MOZIONE DI
ELENA LEONARDI SUI MICROINVASI DI ACCUMULO IDRICO PER NECESSITA' ZOOTECNICHE ED
ANTINCENDIO BOSCHIVO.
Comunicato integrale
Sulla
questione degli invasi idrici previsti sul Monte Prata interviene la capogruppo
regionale di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, la quale ricorda che proprio
grazie ad una sua mozione votata dall'Assemblea Legislativa, nell'ottobre
2017, è scaturito l'impegno della Regione per specifici interventi per la
realizzazione di piccoli bacini lacustri oltre che su molti fronti dei problemi
di alta quota di questo comprensorio montano colpito dal sisma. Leonardi spiega
che la mozione intendeva agire sul rilancio, così come recita il titolo,
delle aree montane colpite dal terremoto nello specifico di questo particolare
atto, le zone dei bacini sciistici di Frontignano, Bolognola, e Monte Prata.
La
rappresentante del partito della Meloni ricorda che per quanto riguarda proprio
l'invaso oggetto del confronto che si terrà a Castelsantangelo sul Nera, esso è
una delle priorità previste da una apposita misura del Programma di
Sviluppo Rurale, Programma che la stessa Regione ha concertato con l'Unione
Europea, nello specifico della Misura 4.1 – lo si ricorda - essa finanzia
proprio la realizzazione di laghetti in area montana, microinvasi di accumulo
idrico aventi funzioni di accesso all'acqua per le aziende zootecniche e
per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Molto importante –
prosegue Leonardi – la funzione di antincendio boschivo nei periodi più
siccitosi e potrebbero essere anche aree che possono ospitare specie
animali e vegetali delle zone umide anche protette da Direttive Comunitarie. La
possibilità infine, di un utilizzo invernale degli invasi per l'innevamento
artificiale, aprirebbe nuove possibilità di sviluppo al settore turistico dello
sci e degli sport invernali: un volano essenziale per far ripartire l'economia
messa in ginocchio dal sisma.
Il
confronto è sempre importante - conclude Leonardi - soprattutto quando si
guarda ad un territorio, perchè vanno armonizzate le istanze di tutela
dell'ambiente di alta quota e l'impegno ad evitare che la montagna si
spopoli definitivamente con la perdita anche della zootecnia che, ricorda
Leonardi, è scientificamente provato, aumenta più di ogni altra cosa, la
biodiversità dei pascoli di alta montagna.