FRATELLI
D'ITALIA: GLI STUDENTI MARCHIGIANI DOVRANNO RECARSI FUORI REGIONE PER VEDERE
GARANTITO UN PROPRIO DIRITTO.
Comunicato integrale
SI è
definita "veramente arrabbiata" nel suo intervento in Aula, la
capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, quando dalle parole
del Presidente Ceriscioli è scaturito il fatto che le scuole di
specializzazione per l'area cosiddetta "non medica" nelle Marche non
saranno attivate, fatte salve solo alcune specifiche specializzazioni legate a
specifici LEA.
La
goccia che ha fatto traboccare il vaso – esordisce Leonardi – è che questa
questione si trascina da un anno esatto: quando presentai una mozione specifica
per questo problema. L'intero Consiglio Regionale ha votato all'unanimità –
prosegue Leonardi – la mozione trasformandola in Risoluzione nel giugno 2018,
nella quale si impegnava la Giunta Regionale a stipulare un'intesa con
l'Università Politecnica per disciplinare il regime degli specializzandi
"non medici". D'altronde, evidenzia la capogruppo di Fratelli
d'Italia, nella Risoluzione si faceva espressamente riferimento ad una lettera
della medesima Università, datata 4 giugno 2018, nel quale il Magnifico Rettore
si diceva "disponibile" ad attivare le scuole di specializzazione per
corsi di "microbiologia e virologia", "patologia clinica" ,
"scienze dell'alimentazione" e altri.
Dopo
otto mesi di silenzio, mentre molti studenti, ad anno accademico avviato, sono
stati costretti a partecipare alle selezioni fuori regione, spostandosi quindi
verso Milano, Roma o altri atenei, la sottoscritta – prosegue Leonardi – ha
dovuto presentare un'interrogazione per capire cosa stava realmente accadendo.
Di qui
il dietro-front istituzionale. La risposta di Ceriscioli in Aula, che ha fatto
infuriare la Leonardi, è stata come una doccia fredda per molti laureati in
attesa dell'avvio di queste scuole: i corsi per i quali ci si era ufficialmente
impegnati non saranno attivati. Quello economico – rappresentato da Ceriscioli
in Aula – è un falso problema, afferma la rappresentante del partito della
Meloni, perchè qui non si parlava di borse di studio bensì di possibilità di
accesso ai corsi medesimi come accade in quasi tutte le regioni italiane.
Perchè le Marche sono invece "ostili" nei confronti di un diritto di
molti laureati, ad esempio biologi, che necessitano di specializzazione per
avere un corretto inquadramento dopo anni di precariato?
E' la
riprova – conclude Leonardi – che anche in questo settore, come molti altri
della vita dei marchigiani, le istituzioni sono lontane dai bisogni o non si
impegnano per trovare le soluzioni, creando così i presupposti per una mobilità
passiva e perdite per la nostra economia regionale.