Per quanto sembri incredibile, voci
sempre più insistenti danno per certa la presenza della terza lista alle
elezioni amministrative montegranaresi del 26 maggio prossimo. Mentre Sinistra
Italiana rinuncia a correre da sola, così come il Movimento 5 Stelle, dando
libertà ai propri elementi di spicco di accasarsi altrove, pare che Forza Italia
sia pronta ad attuare quanto dichiarato dal proprio coordinatore, Demis
Ranalli. Il candidato Sindaco pare essere una nota professionista
montegranarese, più o meno nuova a un’esperienza del genere, mentre per gli
altri membri della lista possiamo solo fare supposizioni, a partire proprio da
quel Demis Ranalli che ne è promotore, spalleggiato dalla Forza Italia
regionale di Jessica Marcozzi.
Sostanzialmente è la riproposizione del
progetto di Gianni Basso delle scorse elezioni, un progetto che, anche allora,
aveva l’unico obiettivo, nemmeno tanto celato, di togliere voti alla lista che
sostiene Gismondi e, di conseguenza, sostenere l’altra, quella che vorrebbe la
riconferma di Ediana Mancini a Sindaco di Montegranaro. La differenza tra
quella del 2014 e quella odierna, fondamentalmente e prescindendo da chi
comporrà eventualmente la lista alla fine dei giochi, è che oggi Basso non c’è
mentre nel 2014 c’era. E non è una differenza da poco. Basso ha il suo carisma,
il suo peso politico e, se nel ’14 la sua lista ha raggiunto un risicato risultato
di 800 voti o poco più, oggi, senza la figura del plurisindaco, è difficile
prevedere quanti ne possa conseguire, ma è facile pensare che la cifra sarà ben
lontana.
Ma l’obiettivo, dicevamo, non sembra
essere tanto quello di entrare in Consiglio Comunale quanto quello di creare
danno, il più grosso possibile, a Gastone Gismondi. Del resto, i rapporti tra
Ranalli e la coalizione che regge attualmente Montegranaro sono più che buoni:
l’ingegnere ha ricevuto diversi incarichi dalla Giunta Mancini, tra cui quello
recente relativo alla realizzazione del nuovo giardino di via Baden Powell, mentre
con Gismondi e i suoi, specie dopo il “tradimento” del 2013 che ne fece cadere
la giunta, i rapporti credo siano difficili da ricucire.
Ora vedremo se effettivamente Ranalli
sarà in grado di racimolare almeno dodici candidati da immolare, con
possibilità di elezione praticamente nulle e con intenti politici davvero
difficili da spiegare. Se sì, vedremo chi li voterà. Fossi in Gismondi, non mi
preoccuperei più di tanto.
Luca
Craia