Quando Uliano mi ha chiamato per propormi di fare un
pezzo nuovo insieme, come facevamo trentacinque anni fa e come non abbiamo più
fatto da allora, mi sono entusiasmato come un ragazzino. Mi si prospettava la
possibilità di rivivere sensazioni ormai dimenticate, e di rifarlo con gli
amici di un tempo, quelli coi quali ho percorso i primi passi, le prime gradi
passioni, momenti incisi nell’anima col pirografo, quei Blizzard che furono il primo gruppo rock della storia di Montegranaro, quando fare rock significava uscire dalla massa, essere diversi. Ma non avrei mai pensato che
fosse stata una cosa così potente, appagante, a tratti sconvolgente.
Ci siamo trovati lì, io, Uliano Damen e Roberto Nasi, tre cinquantenni, a costruire da
zero qualcosa insieme, a fare un pezzo musicale, aiutati da Andrea Strappa alla batteria. Un gioco, era quello, ma poi è
diventato una cosa inaspettata, lo scoprire mano a mano che quella che sembrava
ruggine era soltanto un velo di tempo solido, che lo potevamo scostare con un
colpo di plettro, far volare via con l’aria spostata dal canto, il trovare la
grinta di un tempo e scoprire che gli anni sono passati solo sulla carta,
almeno quando facciamo musica insieme.
Ne è venuto fuori un bel pezzo, almeno a noi piace e
speriamo che non piaccia solo a noi. E poi c’è un bel video, realizzato dal
preziosissimo Francesco Cruciani con la collaborazione di Niki Isidori e la complicità di Ioana Bucurescu. Non lo
abbiamo fatto perché speriamo di diventare famosi, in realtà non ci interessava
più di tanto neanche da ragazzini. Lo abbiamo fatto per noi, e per dare un po’
di piacere anche a chi vorrà condividerlo con noi.
We all still rock è un pezzo di rock and roll, ma è
anche la testimonianza di una grande amicizia, di come la creatività non si esaurisca
col tempo e di come il tempo possa essere clemente con quelli intorno al rock,
almeno fintanto facciano rock. Per noi è una grande soddisfazione, non tanto perché
riteniamo sia venuto un bel pezzo, quanto perché ci siamo riscoperti tosti come
allora, ci siamo sentiti vivi come allora e abbiamo rivissuto insieme quanto è
bello unirsi per creare. Questi siamo noi, questi sono il Blizzard del 2019.
Luca Craia