Bisogna prestare la massima attenzione
quando si viene contattati, tramite mail o altre forme di comunicazione online,
da personaggi ambigui che spesso simulano di essere donne compiacenti. Quasi
sempre dietro ci sono delinquenti comuni o organizzazioni malavitose che
approfittano della buona fede, per non chiamarla dabbenaggine, della gente per
effettuare veri propri furti.
È il caso scoperto pochi giorni fa dal
Commissariato di Polizia di Jesi, in collaborazione con quello di Treviso, che
ha portato alla scoperta di una truffa reiterata ai danni di versi utenti del
web da parte di una trentenne nigeriana che riusciva a deviare su conti terzi bonifici
e transazioni finanziarie anche per importi piuttosto elevati.
Capita spesso, direi quasi sempre, che
dietro questo tipo di raggiro ci siano soggetti e organizzazioni africane. Le
tecniche sono mutevoli e molteplici: si va dal ricatto a sfondo sessuale alla
truffa, passando per sistemi più sofisticati come in questo caso. Ovviamente la
hacker, con le leggi attuali, non andrà in prigionie né verrà fisicamente espulsa dall’Italia. In ogni
caso, facciamo molta attenzione e non fidiamoci di nessuno, specie di belle
ragazze provocanti e troppo generose.
Luca
Craia