La “Capitana”, la signorina Carola
Rackete, esponente della buona borghesia tedesca e tutta dedita al prossimo,
salvaguardando il capitale di famiglia, ben inteso, ha inequivocabilmente
violato la legge italiana. Questo lo capisce anche un bambino, persino quelli
del PD potrebbero riuscire a capirlo. Ora, che si voglia enfatizzare il gesto e
dargli una connotazione eroica che non c’è ma che fa comodo politicamente,
posso anche capirlo. Rimane però il fatto che la signorina suddetta ha violato
la legge italiana. Come fa un Parlamentare italiano, nell’esercizio delle sue
funzioni, quindi nello svolgimento del suo ruolo istituzionale di pubblico
ufficiale, esercitante il potere legislativo, mica sgranocchiando noccioline, a
mettersi dalla parte di chi viola la legge del suo Paese?
Penso sia ora di scindere le questioni, altrimenti non
ci tiriamo fuori le gambe. Da una parte c’è della povera gente, che seriamente
scappa da situazioni difficili, quando non la guerra, comunque fame, miseria,
malattie; dall’altra ci sono persone che sfruttano tutto questo a proprio
favore, vuoi economicamente, vuoi politicamente. Siamo di fronte a un evidente
sfruttamento della disperazione e, se questo sfruttamento è palese nell’organizzazione
delle tratte, comincia a diventare acclarata anche in chi svolge funzione di
soccorso senza alcun mandato ufficiale, senza alcuna autorità, mettendosi in
mare al solo scopo di pescare esseri umani, possibilmente prima che affoghino. E
se i primi hanno un ritorno economico inequivocabile, è inequivocabile il
ritorno politico per i secondi, fermo restando che c’è anche un guadagno. Tutto
questo sulla pelle della povera gente, col plauso di parti politiche ben
precise che, o non capiscono, o sono complici. Tutto questo è spaventoso.
Tornando alla Capitana, la signorina Rackete ha
deliberatamente messo a rischio la vita dei suoi passeggeri ingaggiando uno
scontro politico ma anche fisico con le autorità italiane. Non è successo nulla
di grave, ma il rischio che potesse capitare un incidente al largo di Lampedusa
è stato serio e, se fosse capitato, la responsabilità sarebbe stata
esclusivamente della Capitana. Parliamo di responsabilità oggettiva, perché quella
morale grava su chi, da lontano, plaudiva alle gesta dell’impavida piccola
borghese tedesca. A me pare un cortocircuito ideologico molto interessante. E
preoccupante.
Luca Craia