L’arresto della signorina Rackete,
comandante della nave Sea Watch 3, è un atto sacrosanto. Lo è perché la
suddetta signorina ha violato una legge italiana e le norme di navigazione. Ma
lo è anche e soprattutto perché ha messo a repentaglio la vita delle persone a
bordo della nave sotto il suo comando, forzando un blocco navale militare e,
addirittura, speronando una imbarcazione della Guardia di Finanzia. Ci fosse
stata una reazione, più che legittima, oggi parleremmo di cose ben più drammatiche.
Ma ora scatta l’operazione mediatica di
beatificazione, santificazione e adorazione in vita della vergine martire di
Norimberga o zone limitrofe. Quei cattivoni della Lega hanno arrestato la capitana
coraggiosa, quella che ha sfidato l’orco cattivo Salvini e portato in salvo i
poveretti. La storia non è proprio questa, e lo sappiamo, ma a farla credere ai
soliti tifosi della politica è un attimo, poco importa se l’ordine d’arresto
non l’ha firmato Salvini ma la Magistratura.
Rimane da capire l’atteggiamento dei
parlamentari che sono corsi a salire sulla nave per dimostrare solidarietà (e
farsi un po’ di selfie), oltre alle interpretazioni politiche che sembrano
evidenti. Se la capitana ha commesso un reato, costoro non sono in qualche modo
partecipi dello stesso?
Luca
Craia