Un’epoca di barbarie, di uomini malvagi,
l’epoca di Mammona e del male che domina travestito da angelo sorridente. Credo
che i fatti di Reggio Emilia siano l’esatto resoconto di come il male stia
dominando il mondo. Non parlo del male fantomatico delle presunte cerchie di
potenti, dei complotti sinarchici usati a spiegazione del verticale declino
della civiltà occidentale, dei disegni economici volti al dominio della Terra.
Parlo del male assoluto, quello che esiste in ogni uomo e che oggi si manifesta
con tutta la sua potenza ancorché mimetizzato tra i costrutti buonisti con cui
oramai ci sciacquiamo le coscienze nella nostra ricerca di autoassolvimento.
Quando l’essere umano non ha più
scrupolo nemmeno di toccare e fare male alle creature più indifese, a coloro a
cui lasceremo il mondo, a chi dovremmo proteggere più di ogni altra cosa, l’indicatore
del male sta segnando il punto massimo, è nella barra rossa, siamo al limite. Alle
storie di pedofilia siamo quasi abituati, e anche questo è un brutto segnale.
Ma vedere organizzazioni a tutti gli effetti malavitose muoversi nell’ambito
dell’infanzia per lucro è qualcosa di sostanzialmente inedito, specie quando ci
si muove con l’aspetto angelico di un’organizzazione di volontariato o di
politici sedicenti progressisti, pacifisti, con la faccia buona.
Storie di violenza inaudita, violenza pura,
lavaggi del cervello, memorie artificiali indotte nelle menti dei piccoli,
documentazioni falsificate per sottrarre i bambini alle proprie famiglie.
Sindaci, assistenti sociali, volontari, tutti facilmente immaginabili con il
loro aspetto rassicurante, con il loro sorriso tranquillizzante. Dietro quel
sorriso, il male, quello puro, quello che non ha scrupolo alcuno tanto da
rubare letteralmente i figli ai genitori, da creare danni presumibilmente
irreversibili alle menti dei piccoli. Non c’è sangue in questa storia, ma c’è
una violenza assoluta, sorda, inesorabile.
E il danno grande, poi, arriva a
segnare la nostra sicurezza, la nostra fiducia nelle istituzioni, la nostra
stessa appartenenza a una società in cui non si può più avere fiducia, bisogna
essere guardinghi perché anche un assistente sociale può farti del male, anche
un operatore sociale può distruggere la tua famiglia, la tua vita.
Credo sia la storia più brutta che si
sia conosciuta in questi tempi di storie bruttissime. È il punto minimo a cui
la nostra cosiddetta civiltà è giunta, alla ricerca spasmodica del benessere,
nell’adorazione assoluta di Mammona. È un punto forse irreversibile.
Interroghiamoci su come ci siamo arrivati.
Luca
Craia