Dimezza il
finanziamento pubblico a Radio Radicale e Radio Radicale chiude. Spieghiamo
cosa sta accadendo: Radio Radicale ha una convenzione con lo Stato italiano
tramite la quale, a fronte della trasmissione delle sedute del Parlamento,
percepisce attualmente 10.000.000 di Euro l’anno. Con il maxiemendamento alla
finanziaria, il Governo andrà a ridurre l’appannaggio dell’emittente a
5.000.000. La metà. Inoltre, sempre a seguito del maxiemendamento, sparirà
entro il 2020 anche l’introito aggiuntivo di 4.000.000 di Euro che lo Stato eroga
alle emittenti private che svolgono servizio di diffusione di informazioni “su
avvenimenti politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o letterari per
non meno di nove ore comprese tra le ore sette e le ore venti”, di cui Radio Radicale
è l’unica realtà radiofonica italiana nazionale a godere.
La potenziale
chiusura di Radio Radicale sta diventando, a sinistra, uno scandalo e un ennesimo
motivo per attaccare il Governo. Effettivamente Radio Radicale svolge un ruolo
importante nel campo dell’informazione politica. È anche vero, però, che si
tratta di un soggetto non pubblico, etichettato politicamente e, proprio per questo,
possibile diffusore di un’informazione “mediata” dalla propria ideologia o dal
proprio tornaconto politico. Non esiste, infatti, alcuna garanzia di
equidistanza nella scelta del palinsesto della radio. Quindi perché lo Stato
dovrebbe spendere 14.000.000 di Euro l’anno per sovvenzionare un servizio
svolto da un privato, quando ha tutti i mezzi per svolgere lo stesso servizio
direttamente e con maggiori garanzie di obiettività? Perché il cittadino
italiano dovrebbe pagare con le proprie tasse un mass media gestito da un
partito e non dallo Stato stesso?
Il servizio
svolto da Radio Radicale potrebbe essere gestito da uno dei canali Rai,
coadiuvato dalle nuove potenzialità del web tra streaming e diffusione di video
(vedi Youtube). Non sono in grado di dire se questo possa costituire un
risparmio economico, ma almeno la gestione sarebbe diretta da parte dello Stato
e non affidata a un partito politico preciso che, ovviamente, ha la sua idea e
la difende anche nella diffusione delle informazioni. Radio Radicale è un
soggetto privato e, come tutti i soggetti privati, deve riuscire a sopravvivere
con i propri mezzi. A meno che non svolga un servizio insostituibile. Ma non è
questo il caso.
Luca Craia