81 morti in guerra in tempo di pace. 39
anni di silenzi assordanti, di muri di gomma (come il film di Marco Risi), di
dignità italiana calpestata da presunti Paesi amici, alleati economici e
militari. Si sa quasi tutto di quanto accadde nei cieli italiani: si sa che c’erano
aerei militari americani e francesi, forse all’inseguimento di aerei libici, si
sa che l’aereo è stato abbattuto da un missile, che non c’è stato alcun guasto;
si sa che ci sono stati tentativi di depistaggio, di insabbiamento delle prove;
soprattutto si sa che non sappiamo il perché di quelle 81 vittime innocenti, né
sappiamo di chi sia la responsabilità di quanto accaduto.
Sono passati 39 lunghi anni, ci sono
state inchieste, rogatorie, indagini. Ma i Paesi che sappiamo per certo siano
coinvolti in questa orrenda vicenda non hanno mai scoperto le carte, non hanno
mai voluto che si sapesse cosa è successo veramente, perché è successo, chi ha
sparato quel missile e contro cosa è stato sparato. USA e Francia, quella Francia che si permette
ancora di dare giudizi sprezzanti sull’Italia e sul Popolo Italiano, non ci
hanno mai voluto dire la verità.
E questo è un fatto gravissimo, è un
affronto alle vittime e alle famiglie delle vittime, che hanno il totale e
pieno diritto di conoscere tutta, ma proprio tutta la verità, il perché i loro
cari sono stati massacrati in un modo che nemmeno in guerra sarebbe
ammissibile, ma il 27 giugno 1980 non c’era la guerra o, almeno, non
ufficialmente.
Ma l’affronto è inaccettabile nei
confronti dell’Italia e del Popolo Italiano. Perchè non è accettabile che Paesi
nostri partner, alleati, amici abbiano così scarsa considerazione della nostra
dignità di Paese e di Popolo. È inaccettabile che la politica italiana, in 39
anni, non sia stata capace di far valer il diritto a essere rispettati, il
diritto ad avere riconosciuta la nostra dignità, calpestata dai silenzi, dai
depistaggi, dal muro di gomme eretto prima di tutto in patria per tutelare
interessi e segreti inconfessabili.
Domani ci sarà la solita giostra di
celebrazioni, di dichiarazioni, di gente in cravatta che, con la faccia triste
di circostanza, farà discorsi banali e retorici, di circostanza. Io mi auguro
che qualcuno, nel Governo, abbia il coraggio di puntare i piedi e chiedere che
finalmente si faccia chiarezza, che si dica le verità. Di chiedere rispetto per
le vittime. Rispetto per le famiglie delle vittime. Rispetto per gli Italiani.
Luca
Craia