Provo rabbia, sincera, e anche preoccupazione
per quanto accaduto a Roma stanotte. La rabbia è per l’ennesima vita rubata per
pochi spiccioli da gente che ti uccide con troppa facilità, da gente che non
dovrebbe circolare liberamente per le nostre strade. La preoccupazione è più o
meno per gli stessi motivi, ma anche per le analogie che non si possono non
notare tra questo tragico caso e quello di Montegranaro di poche settimane fa,
caso fortunatamente finito meglio, ma solo per fortuna.
Due accoltellamenti di carabinieri, due
accoltellamenti durante lo svolgimento del proprio lavoro di tutelare la
pubblica sicurezza, due attacchi vigliacchi sferrati per uccidere. E i
protagonisti, ancora una volta nordafricani. Si uccide con estrema facilità,
come se la vita umana non valesse nulla, meno dei 100 Euro oggetto del reato
che ha portato alla morte di Mario Rega Cerciello, 35 anni, sposato da poco più
di un mese; meno di un gatto, nel caso di Mario Iadonato, accoltellato a
Montegranaro e scampato alla morte per caso.
Gente che ti accoltella per nulla, gente
che semina terrore per le strade per pochi spiccioli, apre le macchine per
rubare oggetti senza valore, spaccia droga alla luce del sole disprezzando ogni
controllo. La situazione mi sembra tutt’altro che sotto controllo
E non mi tranquillizza Salvini, che
ancora una volta parla piuttosto a vanvera di lavori forzati che, in Italia,
non esistono e lui lo deve sapere. Né mi tranquillizza la frase di circostanza
di Di Maio, o la richiesta di tolleranza zero del Ministro Trenta. Le solite
banalità a sangue caldo, per poi domani dimenticare tutto e lasciare tutto come
sta. Servono leggi serie, in Italia, non dichiarazioni d’effetto. Serve la
certezza della pena, serve tolleranza zero, sì, ma sempre, non soltanto dopo un
fatto di sangue. Serve che a chi delinque venga impedito di continuare a farlo,
e chi non è italiano deve andarsene a delinquere nel proprio Paese. Ma basta
con le chiacchiere, ci vogliono i fatti. È ora suonata.
Luca
Craia