Sono odi sopiti, tramandati di
generazione in generazione, bili travasanti dopo anni di ipocriti sorrisi
sostenute dalla nuova impunità dei social e da un concetto che tutto pare sia
concesso. L’Italia è spaccata in due, del resto come ogni piccolo paesino, spaccature
alimentate da astio, livore, autentica cattiveria. Voglia di vendetta, per
storia non vissuta ma raccontata, giudicata con scarsi mezzi e visioni parziali
e obnubilate da ideologia e, appunto, odio. Ma anche scarsa capacità di gestire
le sconfitte, di capire e confutare civilmente gli argomenti contrapposti, volontà
di prevaricazione, di sopraffazione. Stupidità di fondo e, soprattutto, tanta
cattiveria.
Da una parte ci sono gli elettori di
destra, che una volta, per la maggior parte, votavano a sinistra e si sono visti
traditi nelle aspettative e nelle idee, dimenticati, abbandonati per battaglie
politicamente più remunerative, o più facili, o più sostenute dal consesso
internazionale. Sono molto arrabbiati gli elettori che una volta erano a
sinistra e ora inneggiano Salvini, e la rabbia non è mai buona consigliera,
specie se non si ragiona, se non si cerca un punto di incontro.
Ma il punto di incontro nemmeno c’è se
la sinistra continua, nella sua spocchia suicida, a presumersi al di sopra del
bene e del male, anzi, a ritenersi essa stessa il bene assoluto e, in quanto
tale, autorizzata anche a compiere il male in nome di un bene superiore che, poi,
sarebbe il proprio. I sostenitori della vita, della sua preziosità e della
necessità di difenderla a ogni costo, anche violando le leggi dello Stato,
anche infischiandosene del bene superiore vero, quello che vorrebbe un
ragionamento diverso che tuteli tutti, la capra di Salvini e il cavolo delle
ONG e di chi c’è dietro.
Odiano tanto a sinistra, tanto da far
paura. Sono capaci di augurare e, probabilmente, di causarlo, visto che ci sono
anche i precedenti. Del resto, i compagni con la mitraglietta Skorpion ce li
ricordiamo tutti, anche perché ora ce li passano in televisione come esperti di
politica e quasi eroi nazionali. Appendono fantocci a testa in giù, fanno
vignette con Salvini morto, minacciano di andare a prendere chi non ha votato
per loro casa per casa (Chef Rubio) ma, al di là degli estremi, che pure sono
tanti, c’è l’odio alla base di tutto, l’odio che provano quasi tutti, a
sinistra, odio profondo e viscerale, che si percepisce ogni volta che parli con
uno di loro.
La pacificazione nazionale, mai avvenuta
dopo la fine della Guerra, oggi è sempre più lontana.
Luca
Craia