Sta meglio Mario Iadonato, il
carabiniere accoltellato sabato scorso a Montegranaro. Ovviamente non sta bene,
fa fatica a respirare e ha dolore alla ferita, ma il decorso è positivo, non ci
sono infezioni e il drenaggio sta facendo il suo lavoro, tanto che è previsto
che venerdì prossimo verrà asportato. Tiriamo quindi un sospiro di sollievo per
la salute del nostro tutore dell’ordine che se l’è vista davvero brutta,
pensando addirittura, e non senza motivo, che nel gesto del Marocchino che lo
ha accoltellato, ci sia stata premeditazione. In effetti i fatti si sono svolti
in modo strano, col delinquente che è entrato in casa, si è messo in tasca il
coltello ed è poi uscito per poi colpire. E Iadonato è stato bravo a non
reagire, perché in questi frangenti tirare fuori la pistola è un attimo. Sangue
freddo ed esperienza. In ogni caso, con la premeditazione si metterebbe molto
male per il Marocchino, per il quale è attesa stamane la convalida dell’arresto.
Il bruttissimo e gravissimo fatto di
sangue, tuttavia, ha dei risvolti che possiamo intendere positivamente. La
visita di una delegazione, formata dall’Iman di Montegranaro e da altri due
rappresentanti della comunità islamica, per testimoniare al Brigadiere la loro
solidarietà, è un segnale distensivo in un momento che poteva generare tensioni
ancora più forti di quelle che già esistono. Il gesto fornisce un segnale di
repulsione da parte degli islamici nei confronti di coloro che, nella loro comunità,
si distinguono per gesti criminali o comunque contrari a vivere civile e alla
pacifica convivenza. Al di là delle varie intolleranze che sto verificando
sulla pagina de L’Ape Ronza da entrambe le parti, il gesto ha innescato
reazioni positive sia negli Italiani che negli stranieri, e questo è un bene.
La speranza è che non si appiattisca subito tutto, una volta sopita l’onda emotiva,
ma che si continui a provare a dialogare, soprattutto lavorando insieme per
isolare le mele marce. Anche di questo dobbiamo ringrazia Mario Iadonato e la
professionalità dei nostri Carabinieri.
Luca
Craia