Io non lo so perché un ragazzo nel
fiore degli anni decida di mettere fine alla sua esistenza. So solo che non è
normale. Così come so che non è normale che si butti da un ponte un uomo di
mezza età, o un anziano. Mi pare anche davvero poco normale che tre persone nel
giro di pochi giorni decidano di farla finita nello stesso modo, magari per il
meccanismo dell’emulazione, ma comunque dimostrando un profondo stato di
disagio che si manifesta nella maniera più drammatica. E se la cosa si ripete
con questa frequenza assurda, credo sia giusto interrogarsi.
Certo, non possiamo interrogarci nello
specifico, ma possiamo fare delle considerazioni generali. E possiamo farci
delle domande, soprattutto, la prima delle quali è questa: cosa fa la comunità
nazionale per sostenere le persone in difficoltà? La risposta mi pare evidente:
nulla, o quasi nulla. E comunque, quello che fa appare decisamente
insufficiente.
Viviamo in un momento davvero tragico
per il nostro Paese, in profonda crisi economica e di valori. C’è un
impoverimento radicale delle classi medio-basse, un abbassamento del livello
culturale diffuso, una profonda difficoltà di relazione sociale a più livelli.
Soprattutto c’è la sensazione diffusa di non vedere un futuro, sia per le
giovani generazioni che per quelle più avanti negli anni.
Nel contempo bisogna riconoscere che
non c’è alcuno sforzo, a eccezione di misure palliative, per risolvere questo
grave stato di cose, anzi, lo Stato appare sempre più spesso come coercitivo,
distante, nemico. Basti pensare al caso degli affidi minorili pilotati venuto
alla luce recentemente, caso che sembra sempre di più configurarsi come la
punta di un iceberg in cui le famiglie più fragili, anziché essere sostenute,
vengono affossate nelle più profonda disperazione. Non ci sono interventi a
favore del lavoro, a sostegno dell’imprenditoria, in appoggio alle famiglie. La
politica, da ogni latitudine, sembra concentrata su temi lontani dai veri
problemi che la gente vive.
Credo che occorra che la politica torni
a occuparsi della gente, del popolo. Occorrono misure a sostegno del fulcro
fondamentale della nostra società, la famiglia, oggi evidentemente sotto
attacco nei suoi valori fondanti. Ma occorre anche ritrovare lo spirito di
comunità, in modo che siano gli stessi cittadini a sostenersi mutualmente prima
ancora che vi arrivino le istituzioni. Oggi, purtroppo, siamo tutti estremamente
soli, in un mondo paradossalmente iperconnesso.
Luca
Craia