È stata emessa ieri, dal Commissario
Straordinario per il terremoto, Piero Farabollini, un’ordinanza che stanzia 175
milioni di Euro per la ristrutturazione post sisma di 385 chiese marchigiane
danneggiate dal terremoto del 2016. L’ordinanza fa seguito a un emendamento
della Lega al “Decreto Genova” con cui si dà la possibilità di intervenire sui
luoghi di culto facendo riferimento alla normativa relativa alla ricostruzione
privata, le cui procedure dovrebbero essere più snelle e veloci rispetto a
quelle previste per la ricostruzione pubblica.
In questo modo ci sarà la possibilità,
finalmente, di andare a intervenire su luoghi di culto ma, soprattutto, su
edifici storici e artistici di importanza fondamentale per l’economia di molti
paesi terremotati, fondamentalmente legata al turismo. La ricostruzione e la
riapertura delle chiese, specie di quelle di interesse storico e artistico, è
imprescindibile se si vuole far ripartire il turismo nel cratere, un turismo
strettamente legato a questi edifici preziosi e, fino a oggi, rimasti
interdetti al flusso di visitatori, con enorme danno per tutto il comparto
turistico.
Da non sottovalutare anche l’importanza
che i luoghi di culti rivestono nella coesione delle comunità. Le chiese
rappresentano un punto di riferimento, anche per chi non crede, e renderle di
nuovo fruibili è un passo importante per cercare di recuperare la coesione
delle comunità cittadine, fortemente provate e, in qualche caso, letteralmente
sbriciolate dalle conseguenze del sisma, dalla sostanziale deportazione che ne
è seguita ma anche e soprattutto dall’immobilismo che per tre anni ha tenuto
congelato ogni segnale di recupero sociale. Se la ricostruzione delle abitazioni
è logicamente fondamentale, è impensabile ricostituire le comunità e l’economia
di questi luoghi se non si ristrutturano e riaprono contemporaneamente questi
luoghi.
Luca
Craia