Ne conosco moltissimi, di terremotati,
avendo seguito la loro vicenda fin dalla prima scossa del 2016. Per questo
credo di poter affermare che non hanno la bava alla bocca come può trasparire
da certe notizie che circolano recentemente a proposito di alcune reazioni all’ennesima
ipocrita sparata di Risorgimarche circa i supposti benefici della
manifestazione. Non hanno la bava alla bocca, ve lo posso garantire, e non ce l’hanno
con la gente che va ai concerti, state tranquilli. Sanno benissimo che chi va
ai concerti ci va per divertirsi e che, così facendo, sostanzialmente non fa
nulla di male.
I terremotati, per come li conosco io,
sono esasperati per l’immobilismo, per l’inerzia perdurante, per tre anni di
frottole e passarelle, per tre anni di nastri tagliati, per tre anni di
concerti bellissimi spacciati per solidarietà, cosa che non sono. Sono stanchi,
i terremotati, di essere presi per i fondelli da chi vuole far credere che si
sta facendo qualcosa quando la pura verità è che non si sta facendo niente. Non
sta facendo niente lo Stato, nonostante cambino i governi, non sta facendo
niente la Regione che, anzi, mi pare stia gestendo la cosa nel peggiore dei
modi, non sta facendo niente l’organizzazione di Risorgimarche, che è una bella
iniziativa ma che col terremoto non c’entra niente, ma proprio niente.
Ed è questo che fa arrabbiare i
terremoti: l’ipocrisia di spacciare una cosa per un’altra, forse in buona fede,
forse no. Si sospetta fortemente che sia più vera la seconda ipotesi. Chi va ai
concerti di Risorgimarche non ha colpe, ma neanche meriti. Non porta niente ai
terremotati e non sostiene l’economia locale, prima di tutto perché l’economia
locale, se non parte la ricostruzione, praticamente non c’è, secondo perché sono
ben altre e più pesanti le iniziative di cui si avrebbe bisogno.
Fa arrabbiare anche quello che, sui
social, siccome si è divertito un sacco al concerto, si ritiene offeso se un
terremotato fa notare che il concerto non ha dato alcun beneficio a lui, alla
sua famiglia, al suo paese e alla sua terra. E reagisce, addirittura insultando
il terremotato stesso che, di problemi, credetemi, ne ha ben altri piuttosto
che ascoltare lo sfogo del fan di turno.
Ecco, volevo precisarlo, perché non
passi il concetto sbagliato. Date solidarietà vera ai terremotati, solidarietà
che non si dimostra andando ai concerti di Risorgimarche ma dimostrando almeno
disappunto per la situazione, informandosi bene su come stanno le cose,
provando empatia per chi non ha più una casa da tre anni e non vede all’orizzonte
la possibilità di riaverla a breve, vedendosi impedito anche di farlo con le
proprie forze.
Non ce l’hanno con voi, i terremotati.
Però, se volete dimostrare solidarietà, andare ai concerti non serve. Servono
altre cose.
Luca
Craia