martedì 24 settembre 2019

E finalmente lo dice anche l’Europa: Fascismo, Nazismo e Comunismo sono crimini allo stesso livello.


Per quanto la cosa, a una persona dotata di un intelletto medio, sembrerebbe lapalissiana, ci sono voluti oltre ottant’anni per stabilire, da parte dell’Europa, che non ci sono differenze nell’orrore generato dalla politica. Con la risoluzione del 19 settembre scorso, il Parlamento Europeo stabilisce che sono da considerarsi criminali i regimi fascisti quanto i regimi comunisti che hanno agito in Europa. In sostanza, se Hitler è riconosciuto universalmente, fatto salvo qualche demente che ancora passeggia al passo dell’oca,  se il fascismo nostrano, almeno sulla carta, è indifendibile e farlo sarebbe, sempre sulla carta, reato di apologia, anche il comunismo sovietico non è da meno. Finalmente, quindi, si stabilisce che anche il comunismo storico è stato un crimine.
È un’autentica rivoluzione culturale, perché da troppi anni la sinistra vive di una presunta superiorità volutamente dimentica dei crimini commessi in nome dell’ideologia marxista. E, benchè ormai il marxismo sia stato di fatto abbandonato da gran parte dei movimenti politici sedicenti di sinistra, il riconoscimento delle nefandezze commesse da Stalin e compagnia chiarisce che, gli estremismi, sostanzialmente sono tutti uguali.
Vedere scritto nero su bianco che il nazismo e il comunismo sono entrambi crimini della stessa natura è un momento storico da celebrare, sia perché riequilibra il quadro delle discussioni sterili ideologiche, sia perché ribadisce, in un colpo solo, che l’idea stessa di totalitarismo è disumana, e non c’è giustificazione alcuna né a destra né a sinistra, né sopra né sotto. Cambierà poco, perché le teste di chi marcia al passo dell’oca e di chi ancora si chiama compagno, di chi va a Predappio a piedi e di chi manifesta col pugno chiuso non cambiano certo da oggi a domani. Ma almeno lo abbiamo scritto. Poco non è.

Luca Craia