Lo hanno detto un po’ tutti, persino
chi ha sempre avversato i due movimenti di estrema destra cacciati in malo modo
dai social: è un atto unilaterale che puzza di fascismo. È paradossale che, per
tappare la bocca a due movimenti che si richiamano al fascismo si debbano
utilizzare metodi fascisti, ma viviamo in un mondo talmente paradossale che
questo sembra zucchero. E in effetti è così: non c’è stato contraddittorio, non
si è data la possibilità di difendersi e, soprattutto, la motivazione è di un’arbitrarietà
raccapricciante: incitano odio.
Definire come si incita odio non credo
sia possibile e, se ci mettiamo a piluccare sulle sfumature, ci sarebbe da
chiudere l’80% dei profili e delle pagine Facebook, Twitter e compagnia. La
decisione, quindi, appare dettata più da un’esigenza politica che da una
condizione oggettiva. E la cosa preoccupa, perché, stando così le cose,
chiudere la bocca agli oppositori, almeno su social, diventerebbe cosa
facilissima e chiunque, me compreso, potrebbe trovarsi ammutolito d’imperio
dall’oggi al domani. E questo mi pare preoccupante proprio in relazioni ad
alcuni diritti fondamentali, come quelli di pensiero o di espressione dello
stesso, per quanto il pensiero possa essere sballato.
E sicuramente il pensiero dei due
movimenti in questione appare piuttosto sballato: gente che inneggia a un
tiranno morto da quasi ottant’anni, devota sostanzialmente a uno zombie, con
una ritualità coreografica anacronistica che riecheggia ricordi preoccupanti e
una certa violenza verbale, che talvolta diventa anche fisica, che non
tranquillizza di certo. Ma le stesse modalità operative e pensieri assimilabili
le ritroviamo sull’altro lato politico, tra centri sociali e movimenti di
estremo estremismo, per tacere di sedicenti cuochi, e non mi pare che si usi la
stessa misura.
Un pensiero sballato e un’estetica
grottesca che, però, arrecano danno alle destre italiane. Come ho già detto più
volte, credo che la destra nostrana, oggi rappresentata da Lega e Fratelli d’Italia,
data l’impalpabilità di Forza Italia, pur se in piena crescita di consenso,
manca di una componente moderata che possa attrarre in via definitiva l’elettorato
medio italiano, elettorato che ha sì votato Lega, ma che fondamentalmente è
spaventato da certi eccessi, dagli slogan strillati e, soprattutto, dai bracci
tesi e dai pellegrinaggi a Predappio. Questi movimenti, anziché far crescere la
destra, la tengono ferma al palo, ancorata al passato, dandone un’immagine poco
rassicurante. Fermo restando, quindi, che il ban nei loro confronti sia
decisamente più fascista di loro stessi, per la destra forse è meglio così.
Luca
Craia