Sarà che, per indole, sono portato a
solidarizzare, a farmi carico dei problemi degli altri, a considerare il
problema di una persona della mia comunità un mio problema. E questo non è che
mi abbia portato molto bene, si sa. Ed è probabilmente anche per questo, oltre
che, naturalmente, per il fatto che il problema di cui sto parlando è anche mio
in maniera diretta, che ho un autentico moto di rabbia quando leggo commenti ai
miei post e articoli sul centro storico, di gente che, vivendo in altre zone
del paese, ritiene che, quando i residenti del paese antico lamentano sporcizia
e degradi, la colpa sia loro e del fatto che non puliscono.
Certo, la prima cosa che ti viene in
mente, è che è facile parlare dalla poltrona di casa e che questa gente esprime
giudizi di merito su una questione che evidentemente ignora. Ignorano, per
esempio, che i residenti del centro storico puliscono sì, davanti la loro
abitazione, anche se poi, a esser pignoli, pagando le tasse questo servizio
dovrebbe essere fornito dal Comune; ma non possono, i residenti del centro
storico, pulirsi tutto un quartiere costellato da abitazioni abbandonate, abitate
da animali che sporcano e producono rischi per la salute. Ignorano che, i residenti
del centro storico, non possono fare nulla contro il proliferare dei piccioni,
dei ratti, contro i pezzi di rudere che ti cascano in testa quando tira vento;
non possono fare nulla per il degrado sociale, per i delinquenti che trovano
facile dimora tra le case abbandonate, per i vicoli scuri e difficili da
controllare. Questo, chi non conosce il problema, non lo sa ed equipara la
situazione che denuncio io come altri residenti a quella intorno a casa
propria, in quartieri nuovi dove ci saranno sicuramente problemi, ma molto
diversi.
Ma quello che, secondo me, rappresenta
un segnale grave è la mancanza di quello di cui parlavo nell’incipit, ossia la
solidarietà tra cittadini, l’empatia che dovrebbe esserci tra i componenti di
una stessa comunità. Il fatto che alcuni, anziché cercare di capire il problema
e magari adoperarsi a loro volta per risolverlo, accusano il proprio
concittadino in difficoltà di non fare il proprio dovere civico e di pretendere
dalla comunità stessa cose che non dovrebbe, denuncia una frammentazione
preoccupante dello stesso sistema-paese, della struttura sociale stessa della
comunità.
Il centro storico è un bene di tutto il
paese, lo dico da decenni. Il suo decadimento, il suo degrado non è un problema
che investe soltanto chi ci vive, ma è una grave questione per tutta la
comunità che vede morire le proprie radici, il proprio luogo di nascita, il
proprio cuore. Il centro storico di un paese è il luogo dove la comunità si
riunisce e dove accoglie chi viene a visitarla. Facendo un paragone tra
comunità e famiglia, il centro storico è il salotto buono, la stanza più bella
di casa, il luogo dove risiedono i ricordi, i cimeli, le testimonianze
familiari. Se una famiglia non sente il bisogno di tutelare ed avere cura di
questo, è una famiglia che sta spaccandosi, che sta morendo. Ed è quello che
temo stia accadendo a Montegranaro.
Luca
Craia