Greta ha ragione ma perderà. Ha ragione
perché è innegabile che sia in atto un mutamento climatico importante e che il
contributo che l’uomo sta apportando a esso sembri essere determinante ma,
anche qualora non vi siano le prove scientifiche dell’incidenza delle attività
umane sul clima, come parte del mondo scientifico pare dichiarare, dovrebbe
comunque bastarci il dubbio per fermare o, quanto meno, frenare le forme di
inquinamento ancora in atto. Il messaggio di Greta è condivisibile nel suo
significato più intrinseco, ossia che bisogna intervenire con estrema urgenza
per evitare di innescare processi irreversibili dalle conseguenze disastrose. E
su questo, credo, dovremmo essere tutti d’accordo e chi non lo è, o è un marziano
o non ragiona.
Ma Greta perderà, e perderà perché parla
dalla parte sbagliata del cancello. Greta si rivolge a un’umanità in Panda Euro
zero virgola e gli dice che non deve inquinare, ma lo fa dallo yacht di
Casiraghi. Greta parla a persone che, spesso, non possono permettersi una
macchina meno inquinante o uno stile di vita meno impattante con l’ambiente,
non per una scelta o per un’educazione sbagliata, bensì per problemi economici.
Greta fa il broncio davanti all’assemblea dell’ONU ma appartiene allo stesso
mondo dei delegati, un mondo che non conosce e, probabilmente, mai conoscerà
quanto sia difficile mettere insieme il pranzo con la cena alla maggioranza di
quelli che inquinano, che non possono efficientare la loro casa per energia e
riscaldamento perché la casa non ce l’hanno o, se ce l’hanno, fanno fatica già
soltanto a pagare le tasse che ci sono sopra. Greta si rivolge a un’industria
che non punta all’innalzamento della qualità dell’offerta ma soltanto all’abbattimento
dei costi perché la propria clientela deve risparmiare, prima ancora che non
inquinare. Tutto questo, Greta, non lo sa.
E non lo sanno gli studenti che
manifestano seguendo il suo esempio. Dobbiamo essere grati a questi studenti, perché
ancora hanno degli ideali, degli obiettivi in un mondo che gli obiettivi te li
distrugge nella culla. Ma anche loro, a un certo punto, capiranno che il
messaggio di Greta ha un limite, e il limite sta in quella vecchia Panda Euro
zero virgola che gli toccherà guidare appena patentati perché non possono
permettersi la Toyota elettrica.
C’è una cosa positiva, in tutto questo,
almeno potenzialmente, e risiede nel messaggio. Ma sarà positiva solo quando il
messaggio riuscirà, se mai sarà possibile, a scindersi dal personaggio e
diventare universale, assimilato da tutti, concepito da ognuno. Il limite perché
questo accada è proprio Greta, e il suo stare dalla parte sbagliata del
cancello. Ed è un peccato.
Luca
Craia