Montegiorgio soffre dello stesso male
che affligge quasi tutti i paesini dell’entroterra. Il suo centro storico è
vuoto, morente se non addirittura morto. Poche attività commerciali e nessuna
attrattiva per i giovani che, anche per il minimo svago, troppo spesso sono
costretti a muoversi verso i centri più grandi. Il pensiero di questo bel paese
deserto e desertificato ha stimolato un bel progetto che, da un lato, fornisce
ai giovanissimi un modo costruttivo e creativo di impiegare il proprio tempo,
impegnando creatività, fantasia, manualità e lasciando indietro, almeno per
qualche ora, il mondo digitale che ci sta tutti fagocitando; dall’altro lato
inserisce in un contesto grigio e silenzioso un elemento colorato, allegro e
vivace.
Si chiama Era Ora ed è un centro
aggregativo per i bambini di Montegiorgio, nato dall’impegno di volontari e
sostenuto nelle spese di affitto del locale, dalla parrocchia. Era stato
chiesto anche l’appoggio del Comune ma la risposta è stata negativa, va a
capire perché. Hanno tirato su una delle tante serrande dei negozi chiusi del
centro e hanno fatto diventare quel locale vuoto un luogo dove i ragazzi
creano, riciclando materiali usati, imparando il rispetto per l’ambiente, a sviluppare
la creatività e, soprattutto, a socializzare nel senso vero del termine, senza
social, senza artifizi. E, in quelle ore in cui i bambini operano in quel
locale, il centro di Montegiorgio torna vivo. Una bella iniziativa che vi ho
voluto raccontare anche nella speranza che a qualcuno venga voglia di imitarla.
Luca
Craia