Radio Aut è un’istituzione, come lo è
Giancarlo Guardabassi, voce radiofonica per antonomasia, maestro di tanta gente
che ha fatto e fa radio sia per mestiere che per diletto, rivoluzionario conduttore
negli anni ’70 e punto di riferimento per tantissima gente che lo ha seguito
negli anni e ancora lo segue. Ieri, sulla pagina ufficiale della radio marchigiana,
è comparso l’annuncio, firmato dallo stesso Guardabassi, che l’emittente è
intenzionata a chiudere entro la fine dell’anno.
Non si spiegano i motivi che hanno
portato a questa decisione, ma immagino siano quelli che hanno indotto tante
altre radio “libere” a spegnere i trasmettitori: costi elevati, normative
sempre più opprimenti, concorrenza dei network insostenibile. Non mi metto a
sindacare sulle ragioni e immagino che Giancarlo Guardabassi e il suo staff
abbiano ponderato bene la decisione. Mi limito a dire che è un peccato, un grande
peccato.
Radio Aut svolge un ruolo
importantissimo per il territorio, un ruolo di informazione ma anche un ruolo
di coesione. Radio Aut ha unito e unisce i propri ascoltatori, ha creato negli
anni una vasta comunità diventando la voce di chi normalmente non ha voce, la
compagnia per chi è solo, il collegamento tra persone distanti che comunicano e
si informano tramite i microfoni accesi a Francavilla D’Ete. Tutti noi che
abbiamo fatto radio abbiamo un debito di riconoscenza verso Giancarlo
Guardabassi, ma anche l’intero Piceno deve riconoscergli un ruolo di collante
sociale fondamentale.
Un ruolo che dovrebbe essere portato
avanti, perché c’è ancora necessità di qualcuno che mantenga accesi questi
legami nel territorio. Per questo credo sia un peccato, di più, una perdita
grave. Rispetto la decisione ma credo che non si dovrebbe lasciare che questo
accada. Radio Aut è un bene per la collettività e dovrebbe essere preservato, e
intendo preservato con la stessa impostazione e la stessa funzione che ha
sempre avuto. Per questo spero che si faccia qualcosa per tenere accesi quei
ripetitori, anche a livello istituzionale. Il Piceno lo merita e ne ha bisogno.
Luca
Craia