Anche i matti fanno politica in Italia,
anche i matti pericolosi, quelli che possono fare male. C’è un matto a Fermo,
armato di roncola, che gira tra gli studenti con fare minaccioso per ore e poi
viene arrestato. Pochi giorni dopo arriva un altro matto, a Tolentino, che si denuda,
abbraccia un fucile e va per strada seminando il panico per poi essere
arrestato. Il primo è un Africano, il secondo è italianissimo. Il primo solleva
un problema serio, il secondo pure. Ma sono due problemi diversi. La politica,
quella da bar e da social network, pascola.
Il primo caso, quello di Fermo, ci
parla di una persona che calpesta il suolo italiano illegalmente. È colpito da
decreto di espulsione, non ha una dimora, un lavoro, un motivo per stare in
Italia se non quello di fare danni. E infatti li fa. Il secondo, invece, in
Italia ci sta perché è italiano, ma ha un fucile e non dovrebbe averlo, visti i
noti e manifesti problemi psichici. Due problemi molto diversi con una manifestazione
degli stessi molto simile. Perché li accomuniamo?
Perché accomunarli fa comodo. Serve a
suffragare l’una o l’altra tesi. In particolare, la sinistra trova grande
giovamento, quasi una benedizione, nel matto col fucile di Tolentino. Casca a
fagiolo, come si dice, in modo che si possa affermare con la consueta superiorità
presunta, che i matti sono tutti uguali, che non c’è distinzione di razza, che
anche gli Italiani vanno via di testa. Tutto vero, ma gli Italiani non possono
ricevere un decreto di espulsione. I matti italiani li dobbiamo curare, per
dovere di comunità, perché paghiamo le tasse per questo. I matti africani,
sudamericani, russi e via discorrendo, no. Quelli non ce li dobbiamo tenere.
Il nostro limite, come popolo, è
proprio questo: non guardiamo al problema, non cerchiamo la soluzione.
Affrontiamo il tutto con l’atteggiamento del tifoso e cerchiamo di trarre
vantaggio per la nostra squadra. I due casi di cui sopra, anche se sembrano
simili, in realtà lo sono pochissimo. Ci mostrano due problematiche ben
diverse, da affrontare con soluzioni diverse. Ma ci vuole lucidità, e questa
lucidità, ahimè, non l’abbiamo.
Luca
Craia