Che la legge di bilancio sarebbe stata, come si dice,
di lacrime e sangue si sapeva da tempo. Devono scongiurare l’aumento dell’IVA,
che sarebbe un autentico disastro per gli Italiani, sia a livello di famiglie
che di imprese. Per farlo devono reperire un sacco di soldi, tanti, e da quello
che si vede si direbbe è che non abbiano la minima idea di dove andarli a
prendere, da cui le preoccupazioni manifestate anche dallo stesso Mattero Renzi
nei giorni scorsi. Quello che stanno cercando di farci credere è che non
costerà nulla agli Italiani, il che è una baggianata pazzesca, una fake news,
come piace tanto dire ai politici. I soldi li possono trovare solo nelle tasche
degli Italiani, a meno che non prendano davvero misure serie e concrete per
ridurre l’evasione, cosa che non pare proprio.
Tra le tante proposte c’è anche quella di “rimodulare”
i ticket sanitari. Rimodulare, in politichese moderno, significa aumentare, ma
c’è anche chi becca e crede che significhi altro. Lo sforzo del Governo è di
farci credere che sì, aumenteranno i ticket, ma solo per i più ricchi.
Tranquillizzante, vero? Solo che i più ricchi, invece di pagare il ticket,
vanno a pagamento dagli specialisti più bravi. Il ticket lo pagano i poveracci che
lo specialista non se lo possono permettere. Per cui, se vogliono reperire
soldi dal ticket pagato dai ricchi, va da sé che non beccheranno un centesimo.
Quindi toccherà andare a prendere i soldi al solito posto, ossia nelle tasche
della classe media. Come? Semplicemente definendo ricchi quelli che hanno un
reddito ISEE superiore a un tappo di bottiglia. Oggi, con la storia del reddito
ISEE, le agevolazioni le prendono solo gli extracomunitari e pochi altri. Perché
dovremmo immaginare qualcosa di diverso per la rimodulazione del ticket?
Luca Craia