Ci vuole prudenza,
per strada. Bisogna rispettare il codice, andare piano e non distrarsi.
Soprattutto non distrarsi: oggi moltissimi incidenti sono causati dall’uso del
telefono durante la guida. Ne abbiamo esperienza tutti, credo, di gente che
zigzaga, frena, riparte, guida come fosse ubriaca e invece lo fa perché, nel
frattempo, magari chatta su Whatsapp. Ma una causa degli incidenti che nessuno
sembra mai considerare è lo stato del manto stradale.
La condizione
della strada è fondamentale per la sicurezza. Un asfalto liso diventa scivoloso
e infido con pioggia e condizioni umide. Le buche possono togliere il controllo
della macchina e per le moto sono micidiali. La mancanza di segnali porta a
errori di guida anche gravissimi. Ma, quando si raccontano gli incidenti, non
si parla mai della condizione della strada in cui accadono.
Oggi le condizioni
delle strade italiane sono pessime: buche, asfalto che non si rifà dalla notte
dei tempi, mancanza di segnaletica orizzontale e verticale, e poi incroci
pericolosi, semafori che funzionano male, curve cieche, secche, contropendenza
che occorrerebbe correggere. La maggior parte delle strade principali è in mano
all’ANAS che, evidentemente, non riesce a tenere monitorata la situazione e non
effettua gli interventi che chi vive la strada quotidianamente considererebbe
necessari. E poi ci sono le strade secondarie, e qui è un’ecatombe.
Le strade
secondarie sono gestite dalle Province e dai Comuni. Le Province hanno
pochissimi fondi da investire e, molto spesso, idee molto imprecise su come spenderli.
I Comuni i fondi li avrebbero, ma lì vale la politica dell’apparire, si è
sempre in campagna elettorale e si preferisce investire in opere vistose,
spesso inutili, piuttosto che mettere in sicurezza e mantenere la viabilità
comunale. Il risultato è che le strade italiane sono diventate pericolosissime,
tra fondi esauriti, situazioni di pericolo, mancanza di segnaletica e cantieri
aperti e mai terminati.
La strada deve
essere un luogo sicuro. È inutile progettare vetture sempre più avanzate in
termini di sicurezza passiva se poi debbono percorrere strade piene di buche,
con asfalto viscido, con curve pericolose e incroci da suicidio. La strada deve
essere ideata per evitare l’errore il più possibile, non per causarlo, deve
prevenirlo, non accentuarne gli effetti. Serve una politica seria per la
sicurezza sulle strade e servono investimenti importanti. Data la qualità della
politica e la propensione a produrre fuffa, la vedo davvero dura.
Luca
Craia