Non è un intervento risolutivo, quello
effettuato in via Don Minzoni, a Montegranaro rimuovendo la famigerata
impalcatura sempiterna. Non lo è né per il problema specifico, in quanto lo
stabile, seppur non a rischio crolli, rimane uno dei problemi principali di
tutto il quartiere antico; e non lo è per la questione generale del degrado che
attanaglia il centro storico, in quanto le problematiche sono tante, complesse
e concatenate tra loro. Ma il vedere tornare la luce in quel tratto di una
delle vie principali del castello ha un valore simbolico notevolissimo, nonché conseguenze
pratiche non di poco conto.
Partiamo da queste ultime: in via don
Minzoni si vede il sole, si vede il cielo, c’è di nuovo aria e non più soltanto
fetore, buio e timore che ti caschi qualche pezzo di impalcatura o di tetto in
testa. Il traliccio era una messa in sicurezza che non metteva in sicurezza
niente, piuttosto esso stesso era diventato un pericolo. Ora si può passare
senza timori e senza quel senso di schifo che ti chiudeva la gola per quella
decina di metri. Anche le macchine ora passano più agevolmente, e questo è un
altro dei gravi problemi del centro storico: la carrabilità. In questo piccolo
tratto è stato risolto. C’è un miglioramento estetico notevole, a tutto
vantaggio dell’aspetto generale del quartiere e di quel poco che rimane del
valore immobiliare delle case. Insomma, ci sono vantaggi pratici immediati,
anche se il problema dello stabile rimane e la soluzione è comunque temporanea.
Poi c’è il valore simbolico: vedere
sparire quell’orribile intreccio di tubi rugginosi tenuti insieme col fil di
ferro dà un po’ di speranza ai residenti che, la speranza, la stanno perdendo
del tutto, inascoltati, peggio, presi in giro da chi amministra con promesse su
promesse che puntualmente vengono disattese. La speranza è che qualcosa, effettivamente,
si può fare, basta volerlo. Solo che non può essere che, per muovere qualcosa,
tocca scrivere, protestare, prendere iniziative per quasi vent’anni, sentendosi
raccontare favolette su fantomatici progetti di cui non si riesce a sapere
nulla e che giacciono da anni in qualche cassetto.
Quanto fatto in via Don Minzoni dimostra
che si può fare molto, anche subito, partendo da piccoli interventi. Solo che
serve crederci e serve investirci. In questo caso si è investito, senza
crederci più di tanto, piuttosto lo si è fatto probabilmente per stanchezza,
dopo le innumerevoli sollecitazioni, e forse anche per timore di qualche
conseguenza legale, vista la pericolosità sempre più acuta della situazione.
Ma, se ci fosse un progetto vero, concreto, se ci fosse davvero la volontà di
risolvere il problema, le soluzioni ci sono e non sono così difficili da
applicare. Basta volerlo. Basta crederci. Basta aprirsi ai cittadini, anziché erigere
muri, collaborare, parlarci, anziché chiudere il telefono in faccia o non
rispondere alle lettere.
Luca
Craia