Il caso Cucchi è
gravissimo ed è gravissimo minimizzarlo. Non è accettabile che un uomo, per
quanto abbia sbagliato, abbia avuto comportamenti socialmente pericolosi, abbia
creato problemi alla collettività, possa trovare la morte all’interno delle
strutture della Giustizia. Questa mi pare sia la chiarissima e nettissima
posizione della stessa Arma dei Carabinieri che, in questa storia, sono una
delle parti più danneggiate, in quanto il comportamento degli uomini preposti
alla tutela della sicurezza dei cittadini deve essere irreprensibile e, quando
non lo è, si lede il rapporto di fiducia tra gli stessi e i cittadini, tra lo
Stato e i cittadini. È per questo motivo che, chi ha sbagliato, deve pagare e
pagare molto, perché ha sbagliato in maniera gravissima e lo ha fatto sotto
diversi aspetti.
È altrettanto
grave la strumentalizzazione politica che si è sempre fatta di questo caso. È una
strumentalizzazione che interferisce con la ricostruzione mediatica che si sta
facendo della verità, mettendo in cattiva luce lo Stato e i suoi servitori. E,
quando parlo di strumentalizzazione, mi riferisco a tutto il vortice di
dichiarazioni insensate e vergognose che arrivano da sinistra a destra,
cercando ognuna delle parti di crearsi un vantaggio da un episodio che di
vantaggi non dovrebbe crearne, se non quello di imparare dagli errori e non
commetterne più.
La politica si è
appropriata dei fatti e li sta utilizzando per il proprio tornaconto. È in
questo atteggiamento vengono trascinati i cittadini che, disinformati come solo
in un Paese come l’Italia può accedere, cadono nel consueto tranello della
divisione in tifoserie e perdono di vista i fatti concreti e quello che questi
facci ci indicano. L’Italia è un Paese dove avere un quadro obiettivo dei fatti
tramite gli organi di stampa sta diventando quasi impossibile, dove i
giornalisti non forniscono informazioni ma punti di vista, molto spesso
manipolati più o meno consciamente a servizio di questo o quello schieramento.
Il cittadino è in difficoltà nel farsi un’idea precisa e si innescano gli
scontri ideologici su una questione in cui le ideologie dovrebbero stare molto
distanti.
È incredibile la
serie di assurdità che sono scaturite dalla lettura dei fatti, tra chi vorrebbe
dedicare vie e piazze a quella che è la vittima di un crimine ma che, a sua
colta, era dedito ad attività illegali (le vie e le piazze si dedicano a chi ha
dato lustro al proprio Paese), e chi arriva a difendere gli autori del crimine
stesso. Non si riesce a distinguere il giusto dallo sbagliato, il vero dal
falso. Per farlo bisogna vedere le sfumature ma in Italia le sfumature non esistono
più, ci sono solo il bianco e il nero.
In questo, il caso
Cucchi diventa un esempio lampante, per chi riesce a vederlo, della deriva
culturale e intellettuale che il nostro Paese sta subendo a causa della profonda
inadeguatezza dell’intera classe dirigente.
Luca
Craia