La questione
palasport, a Montegranaro, ogni tanto si ripropone, come la peperonata. Quando
serve un argomento per attirare l’attenzione o magari sviarla da altre cose,
ecco che esce dal cilindro il palasport. E zitti tutti. Stamane ne riparla l’assessore
Perugini sul Carlino, dopo circa dieci giorni in cui l’Amministrazione Comunale
montegranarese non comunicava nulla, cosa piuttosto preoccupante per una
compagine che ci ha abituati a leggere su Facebook anche di quando la Sindaca
va dal parrucchiere. Ecco quindi che, in mancanza di altri argomenti, si torna
a parlare del recupero del palas del complesso La Croce e del fatto che,
nonostante le promesse estive, magari scatenate dalla digestione di qualche
piatto di frascarelli, da parte di Cesetti e Ceriscioli, pare non sia così
facile da finanziare.
L’argomento è di
quelli che acchiappano consensi e voti e, visto che il momento non necessita di
voti ma di consensi sì, date le voci circa malumori e mal di pancia in
maggioranza, ora è utilissimo. I Montegranaresi, si sa, quando si parla di palasport
cominciano a sognare e dimenticano la quotidiana lotta per la sopravvivenza
personale e collettiva che in questo paese, una volta florido, tocca a fare.
Dimenticano le
fabbriche chiuse, i posti di lavoro che si perdono come un trentenne perde i
capelli, la crisi demografica che sta condannando Montegranaro a una
probabilissima drastica riduzione del numero di abitanti, la conseguente progressiva
desertificazione di ampie aree di abitato e il loro degrado, con ex opifici
diventati fabbriche di pantegane e palazzi vuoti che si stanno smontando come
castelli di sabbia al sole. Dimenticano la mancanza di infrastrutture adeguate,
il centro storico che muore, l’ordine pubblico sempre più in disordine e una
prospettiva futura che non pare per niente rosea.
Non c’è manco l’odore
di una politica volta ad arrestare questo declino che pare inevitabile, non c’è
uno straccio di progetto per la Montegranaro futura, si procede a tentoni e,
come si trovano un po’ di soldi, questi vengono spesi per fare scena, per
stupire, per ricevere una buona dose di applausi, curandosi bene di tacitare le
critiche senza farsi scrupolo di spaccare in due la comunità. Montegranaro, se
non si prendono provvedimenti immediati e seri (e forse anche se si prendono),
tra qualche anno dimezzerà i propri abitanti, avrà palazzi vuoti, fabbriche
vuote, e non avrà i soldi per fare la manutenzione minima a quel poco di
infrastrutture che ha. Ma questo non lo dice nessuno se non un paio di
Cassandre come me.
Ma parliamo di
milioni per un palasport che non si sa a che serve, che in ogni caso non è la
prima cosa che serva al paese, forse è proprio l’ultima. Certo, sarebbe bello
averlo, piacerebbe anche a me andare alla partita in una struttura ampia e
accogliente. Ma credo che abbiamo ben altre priorità e mi pare decisamente
insensato bruciare milioni per qualcosa di cui potremmo fare a meno. Gli anni 80
sono finiti da un pezzo, è ora che ce ne rendiamo conto.
Luca
Craia