Che in Italia ci
sia un problema di razzismo è evidente, anche se non credo esista un Paese al
mondo, purtroppo, che ne sia esente. Che a Verona, tra migliaia di tifosi
educati, ce n’era qualche decina che ha urlato insulti razzisti a Balotelli
infangando tutta la città. Oggi la notizia è dell’assessore di un comune
bresciano che definisce le persone di colore come animali. E di episodi di
questo tipo ce ne sono tanti, anche se questo non giustifica questo clima da caccia
alle streghe che si sta instaurando in Italia, visto che gli Italiani possono
essere definiti un popolo molto tollerante e accogliente. Ma, si sa, le mele marce
ci sono sempre, basta non far passare per marce pure quelle che non lo sono.
Stessa cosa vale
per l’allarme fascisti: ci sono sicuramente dei nostalgici del ventennio, va a
capire per quale motivo. Gente probabilmente con problemi culturali, nel senso che
non hanno sufficiente cultura per sapere di cosa sono esattamente nostalgici, o
intellettivi, nel senso che non capiscono di cosa sono esattamente nostalgici.
Anche in questo caso c’è poco da allarmarsi: sono comunque poche persone, per
lo più isolate, che alla fine lasciano il tempo che trovano e sono sicuramente
meno pericolose di quelli che fascisti lo sono sul serio, pur non essendo
nostalgici del ventennio. Di quelli ho più paura.
Ma dalle due
suddette categorie scaturisce forse quello che è il vero problema. Il problema
dei cretini. Se sommiamo i soggetti di cui sopra ma, anche in questo caso, non
sarebbe da allarmarsi più di tanto perché sono comunque un numero molto basso
nel numero generale della popolazione. La preoccupazione sale quando questi
cretini, sommati a quelli che sono cretini conclamati per altri motivi, assurgono
a ruoli istituzionali anche di alto livello. A questo punto sì che c’è da
preoccuparsi. E guardate che di cretini d’alto rango, che decidono anche per
noi, cominciano a essercene davvero tanti. Un cretino che decide anche per me
mi preoccupa molto più di un cretino che urla in uno stadio o che fa battute,
appunto, cretine.
Luca
Craia